Sgorgo
Per troppa vita che ho nel sangue
tremo
nel vasto inverno.
E all’improvviso,
come per una fonte che si scioglie
nella steppa,
una ferita che nel sonno
si riapre,
perdutamente nascono pensieri
nel deserto castello della notte.
Creatura di fiaba, per le mute
stanze, dove si struggono le lampade
dimenticate,
lieve trascorre una parola bianca:
si levano colombe sull’altana
come alla vista del mare.
Bontà, tu mi ritorni:
si stempera l’inverno nello sgorgo
del mio più puro sangue,
ancora il pianto ha dolcemente nome
perdono.
12 gennaio 1935
Catechesi dell’abbandono
In anteprima da "Catechesi dell'abbandono" di Andrea Breda Minello, da poco uscito per Industria &Letteratura, presentiamo cinque poesie dalla sezione "Voci di un'antica e sempre nuova promessa". VOCI DI UN’ANTICA E SEMPRE NUOVA PROMESSA Non c’è né Giudeo né Greco, non c’è né schiavo né libero, non c’è neppure maschio e femmina: tutti voi, infatti siete uno in Cristo Gesù e se siete di Cristo, siete quindi discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa. (Galati 3, 28-29) Un...
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