I ciechi
Contemplali, anima mia: sono proprio spaventosi!
Sembrano manichini; vagamente ridicoli;
terribili, strani come sonnambuli;
dardeggiano non si sa dove i globi tenebrosi.
I loro occhi, dai quali è sfuggita la divina scintilla,
come se guardassero lontano, restano alzati
al cielo; non li vediamo mai curvare verso il selciato
con aria sognante la testa appesantita.
Attraversano così il nero sconfinato,
questo fratello del silenzio eterno. Oh, città!
Mentre intorno a noi tu canti, ridi e muggisci,
invaghita del piacere fino alla ferocia,
vedi, mi trascino anch’io! Ma, più ebete di loro,
dico: “Cosa cercano nel Cielo, tutti questi occhi?”.
(da “I fiori del male”, traduzione di Milo De Angelis)
Il miracolo
Cinque poesie in anteprima da "Il miracolo" di Kaveh Akbar, poeta e narratore iraniano-statunitense, da poco uscito nella traduzione di Mia Lecomte e Andrea Sirotti per Il Saggiatore. RISTORANTE DI REZA, CHICAGO, 1997 i camerieri ciondolavano riempiendo shaker di sommacco sparecchiando piatti di cipolla e ravanelli mio padre indicava ogni persona sussurrava persiano dell’uomo vecchio con la barba...
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