Sgorgo
Per troppa vita che ho nel sangue
tremo
nel vasto inverno.
E all’improvviso,
come per una fonte che si scioglie
nella steppa,
una ferita che nel sonno
si riapre,
perdutamente nascono pensieri
nel deserto castello della notte.
Creatura di fiaba, per le mute
stanze, dove si struggono le lampade
dimenticate,
lieve trascorre una parola bianca:
si levano colombe sull’altana
come alla vista del mare.
Bontà, tu mi ritorni:
si stempera l’inverno nello sgorgo
del mio più puro sangue,
ancora il pianto ha dolcemente nome
perdono.
12 gennaio 1935
CENERI GERMOGLI CENERI. POESIE 1976-2024
In anteprima da "Ceneri germogli ceneri", che raccoglie poesie di Eugenio De Signoribus dal 1976 al 2024, appena uscito per Lo Specchio Mondadori, pubblichiamo alcuni testi e due estratti dell'introduzione di Stefano Verdino. (racconto) l’uomo era l’albero del suo battellovenuto incontro alla secca e arenatochiuso se ne stava nel suo mantellosenza gesti e alti richiami– vorrei farmi amare da voi dichiarò appena udibile rivolto verso terra per mezzo cerchio girai lo sguardoda lui a...
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