Stampe fiorentine – Poeti spagnoli contemporanei /5

da | Lug 24, 2014

Poesie inedite nella traduzione di Lorenzo Mari.

I

Non assomiglia a nulla nel suo ritirarsi
di invetriata. In ginocchio, non del tutto delineate
abbozza relazioni geometriche e si rannicchia
sulla parete. Chiude gli occhi
e gode del male procurato,
dei brandelli affrescati.

Ritornerà a mani giunte
a catturare ciò che non si può catturare,
………………..forse quello che ti dico,
o forse lo slancio,
………………..nel momento sempre precedente,
prima del bianco che cede il passo
ai tracciati futuri di un popolo
metaforico. Le ossa presenti, le ossa a venire.

La mia mano che fruga nel tuo stomaco. La mia mano che [gira nel tuo stomaco.
Commuove non sapere verso dove muove questo spazio.

Indietro i passi
senza proteggere dalla tenerezza. Inizia nel sinistro,
materia lenta, tremito, non ricordare quando,
………….io c’ero.

I rami, le foglie, le siepi
si muovono a tempo, sono la corrente,
l’avanzamento empatico.

………….Alpaca
tre alberi……..giallo verde marrone giallo verde
solchi, il ruscello risale il dislivello
corneale.

…….Giallo verde marrone
verde marrone.

Piano.
I delimitatori segnano la prospettiva.

Crediamo di sentire echi di residui salmastri.
È solo rumore, momenti,
semplici ripetizioni di ricordi perduti.
Affondo lo sguardo: lì non c’è nulla.

Tacciono tutti come di fronte al mare.

All’interno una tarma
sorvola la pentola in direzione della porta
e retrocede. Calcaree le decisioni,
rossastro il pomello.

Al mattino prendono il traghetto.
Si assiepano ai finestrini per rilevare la loro pelle come [superficie sofisticata, ma
perchè muoversi, allora? Perchè fare quello che si può fare [di fronte alla
colazione, o di schiena?
Impercettibili scorrono le relazioni, la strada che si [stratifica, residui solari, pesci
che potrebbero saltare.

Frugare nella tasca cercando le chiavi.
La lingua della pietà rinnovata davanti alla porta.
Lasciamo
le reti sul pantano,
prorogando
la decisione di vivere per episodi
ovvero nella contingenza.

II

Si fa giorno?

Lastricare il terreno.

…………Piastrella e mattonella separano
il gesto
concupiscente
della mano. Guardare senza vedere,
disconoscersi.

Il dipinto nell’orto rende il corpo e si disperde.
I dettagli in seguito:
………….giro del busto o del polso,
nessuno più nascosto nell’erba.

Fu in questo luogo, vicino a questo albero. I rami sembrarono [aprirsi, sì, fu in quel
momento. Poi i rami sembrarono chiudersi. Adesso è uguale ma [con la neve.
Dissoluzione per pennelli.

I giorni delle simulazioni linguistiche
diventano uno
come un guanto. Pastorale di città
passando sul ponte: come prendere appunti sui campi.
Sul televisore il catalogo degli alberi, più sotto
la terra e la sua autonomia presupposta di frutto. Cambio [di canale
come risalendo un fiume. Ormai si fanno soltanto cose
non si descrivono.

Coltiviamo l’ignoto per paura di perderlo,
nacque un mondo e restammo senza dita per indicarlo.
Stringere allo stesso modo un fiore e lo spazio,
ciascuno in una mano. Passano i corpi,
già uomini, che si proiettano: diapositive sul quadro,
guardare è proiettarsi?

Le ombre prevengono il movimento.
Ancora il bianco tra le mani,
il fuori che non ci appartiene.
Volontà senza spazio.
Crisantemi
midollo
ormai tutto accade fuori tempo. Nessuno ha visto nulla.
Le nostre illuminazioni sono ruote.
Distinguere voce.
Discernere voce.
Differenziare.

*

ESTAMPAS FIORENTINAS
(inéditos)

I

No se asemeja a nada en su retirarse
de vidriera. De rodillas, aún por delinear
esboza relaciones geométricas y se reclina
en la pared. Cierra los ojos
y aprovecha el daño desprendido,
los trozos pigmentados.

Regresará juntando las manos
a capturar lo que no se puede capturar,
………….tal vez lo que te digo,
quizá el ímpetu,
………….en el instante siempre previo,
ante el blanco que cede
a los futuros trazos de un pueblo
metafórico. Los huesos presentes, los huesos por venir.

Mi mano revolviendo en tu estómago. Mi mano dando [vueltas en tu estómago. Conmueve no saber a dónde va ese espacio.

Indietro i passi
senza proteggere dalla tenerezza
. Comienza en lo siniestro,
materia lenta, temblor, no recordar cuándo,
…….yo estaba allí.

Las puntas, las hojas, los setos
se mueven al tiempo, soy la corriente,
el avance empático.

………..Alpacas
tres árboles……amarillo verde marrón amarillo verde
surcos, el caudal remonta la pendiente
corneal.

………Amarillo verde marrón
verde marrón.

Plano.
Los delineadores indican la perspectiva
.

Creemos oír ecos de restos salinos.
Solo es ruido, momentos,
repeticiones simples de recuerdos perdidos.
Profundizo: allí no hay nada.

Todos enmudecen como frente al mar.

En el interior una polilla
sobrevuela la olla hacia la puerta
y retrocede. Calcáreas las decisiones,
rojizo el pomo.

De mañana toman el ferry.
Se arremolinan en las ventanas para reconocer su piel [como superficie
sofisticada, ¿por qué desplazarse entonces?, ¿para qué hacer [lo que se puede
hacer frente al desayuno, o de espaldas?
Inadvertidas pasan las relaciones, la carretera que estratifica, restos solares,
peces que podrían saltar.

Revolver el bolso buscando las llaves.
El lenguaje de la piedad renovado ante la puerta.
Dejamos
las redes sobre el pantano,
postergando
la decisión de vivir en escenas
o en la contingencia.

II

¿Amanece?

Solar el terreno.

……….Baldosa y azulejo separan
el gesto
sicalíptico
de la mano. Mirar sin ver,
desconocerse.

La pintura en el vivero rinde cuerpo y se dispersa.
Los detalles luego:
………..giro de tronco o de muñeca,
nadie más escondido entre la hierba.

Fue aquí, junto a ese árbol. Las ramas parecieron abrirse, sí, fue [en ese momento.
Después las ramas parecieron cerrarse. Ahora es lo mismo pero [con nieve. Disolución
para pinceles.

Los días de simulaciones lingüísticas
se vuelven uno
como un guante. La ciudad agreste
cruzando la pasarela: igual que anotar los campos.
Sobre el televisor el catálogo de árboles, más abajo
la tierra y su supuesta autonomía de fruto. Cambio de canal
como remontando un río. Ya solo se hacen cosas
no se describen.

Cultivamos lo desconocido por miedo a perderlo,
surgió un mundo y nos quedamos sin dedos para [señalarlo.
Sujetar por igual una flor y el espacio,
cada una en una mano. Pasan cuerpos,
ya hombres, que se proyectan: diapositivas sobre el cuadro,
¿mirar es proyectarse?

Las sombras previenen el movimiento.
Todavía el blanco entre las manos,
el afuera que no nos pertenece.
Voluntad sin espacio.
Crisantemos
tuétano
todo ocurre ya a destiempo. Nadie ha visto nada.
Nuestras iluminaciones son ruedas.
Distinguir voz.
Discriminar voz.
Diferenciar.

Antonio Gamoneda, Canción errónea – Poeti spagnoli contemporanie /1
Jorge Guillén, Amici così, per grazia di lettura – Poeti spagnoli contemporanei /2
Laura Casielles, Decentramenti – Poeti spagnoli contemporanei /3
Juan Carlos Reche, La corsa del frutto – Poeti spagnoli contemporanei /4

Immagine: Giovanni Signorini, Veduta di Firenze, 1844.

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).