Il libro dei segnali – Poeti peruviani contemporanei /4

da | Set 9, 2016

Traduzione inedita di Myra Jara Toledo e Carlo Bordini, da Il libro dei segnali (1999).

1

Mio padre è il bianco
segnale
che frammentai in questa notte di agosto
sulla spalla di Santiago.
Il bianco segnale che brilla
sulla spalla di Santiago
come la lingua dell’alba
sulle modeste
creature.
E’ una notte di gran vento,
le finestre
del ristorante tremano tanto
che è impossibile ascoltarsi, distinguere un sì
da un no
e questo costituisce un problema quando
ciò che vuoi proporre
………………….è una questione oscura e spinosa:

“E’ un problema perché ancora tremi
………….col violento martellare notturno
che fa il fabbro ebreo del primo piano
………e non ti sei ancora abituato
………………all’attrito delle piume sporche
…..che porto sotto la mia spalla.

……………………E’ un problema perché nel mio letto
……………ti rigiri insonne
………..come il pastore che all’alba
…………………vigila in piedi
…………….un branco di porci
…………sull’orlo
…………….del precipizio.

E io stanotte ho preferito soltanto
…………non dar retta alle mie cattive intenzioni
……………che presto o tardi vengono
……………………senza poter mai decidere
…………………………..se domani
………….sarà un buon giorno o no.
……..Mi comporto come facevano gli Atrìdi:
…..confondendo i capricci della natura
……..con quelli delle mie funzioni.

……………………….Così sono giunto fino a qui
………………….perdendo tutto mentre agitavo
……………………….l’aria tranquilla della strada”

Tu mi hai guardato confuso:
Per la prima volta
ciò che volevo proporti
non era affatto
un modello di innocenza.

………………….E’ certo che prima che io arrivassi
diffidavi degli uomini innocenti, perché inchiodavano
………………….le porte e le finestre con tavole
e alzavano barricate nelle strade con i mobili
…………..che a mio padre e al tuo
era costato tanto conquistare.
…………………….E tutto questo per cosa?
La consegna era non lasciar passare la Storia
……………….che annunciava il suo arrivo
…………..suonando un tamburo
……….all’ora convenuta.

…..E tu detesti quando per la città
…..comincia a suonare il suo rullo
…………………………perché essi entrano al ristorante [impauriti
………………………e si mettono a progettare nuove strategie

……………e tu passi tutta la notte
………………………(la nostra notte)
………………………servendo loro caffè.

…..E’ ora che tu lo capisca:
……….ogni animale diventa vorace
……….quando è messo alle strette
……….dalle forme della morte.
……….Tu stesso ricordi quando vagavi per le grandi [capitali questa
……….voglia di venderti a qualsiasi prezzo prima che il [padrone
……….della tua stanza sfondasse la tua porta tra grida e [minacce –
……….“gli europei sono molto freddi” mi dicevi. E [tuttavia ricordi
……….l’ardore del tuo viso quando entrasti in questo [albergo di
……….Amsterdam dove dormivano ragazzi molto [bianchi sepolti
……….nel fondo delle loro cuccette
………………e quella notte divenisti vorace
………….come l’angelo che esce a passeggiare per la città
…………….e dimentica di occuparsi dei suoi malati.

…..(e malgrado ciò, non hai perso
…..il tuo senso del dovere con le altre creature:
…..ora dici che detesti i poeti
…..perché secondo te vivono
…..della nudità degli animali.
…..Nei loro testi ci sono sempre personaggi
…..coperti di pelli o di piume
…..che incarnano l’eroismo e il progresso
…..o almeno
…..una celebrata eleganza.
…..Ciò che non sai è che in tutte le poesie
…..anche se non vi è menzionato
…..c’è anche un caprone
…..che canta tutte le mattine
…..coperto di carne umana
…..per svegliare tutti gli abitanti della città)

……….Di questo si è incaricata la Storia col suo passare
…….per le strade e per l’aria: di renderci tutti
……….ugualmente colpevoli.
…..Così tra pochi anni gli studiosi non avranno altro [desiderio
…..che viaggiare per strane terre in cerca di fortuna
…..e decifrando i loro scritti inconclusi potranno [identificare
……….i corpi nudi
……….che troveranno dispersi
……….lungo il curvo ristagno
……….dello specchio.

…..E di noi due nessuno dirà nulla
…..perché questi anni neri
…..li passammo in questo ristorante giallo
…..curandoci sempre di non esser visti
…..mettendo insieme pazientemente una storia
…..che nessuno vorrebbe mai filmare.
…..Non cercammo mai di essere coraggiosi
…..perché il destino degli eroi
…..entra sempre nella palma di una mano;
…..né prendemmo un centesimo dalle quattro stagioni
…..come altri nel nostro tempo
…..falso come la collana appesa
…..al collo della cameriera.
…..Ma so che questo ti interessa poco.

………Non è dunque la Storia
…………….un’immagine imprudente
………………………di un poeta che sapeva troppo?

…..Il problema nasce quando la distanza
…..che ci separa dalla saggezza
…..è proprietà del piacere: in questo caso
…..è meglio non cercare il ritorno.
…..Meglio attraversare alla cieca
…..la sala da pranzo e la cucina
…..senza preoccuparci di calpestare i discreti
…..e piccoli animali che viaggiano
…..nell’oscurità
…..fino a farne una leggenda
…..per infine conquistare la bellezza
………….di tutto quello
…..che ci è incomprensibile.

……….So già che questa sembra la canzone di un [imbroglione:
……….segnali e forme. Ma ogni corpo che abbandoni
……….durante una lunga stagione
………………..ha bisogno di una teoria
……….se vuoi tornare a recuperarlo.

Immagine: Opera di Grimanesa Amorós.

Myra Yara, YO SOY tuya – Poeti peruviani contemporanei /1
Bruno Polack, Universal/particular – Poeti peruviani contemporanei /2
Mario Pera, Brecht tra i garofani selvatici – Poeti peruviani contemporanei /3

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).