Universal/particular – Poeti peruviani contemporanei /2

da | Ago 13, 2015

Sei poesie nella traduzione inedita di Carlo Bordini e Myra Yara.

***

Le ruote del bacio di Reinaldo Arenas

Che strada sarebbe stato il mio petto
per
le ruote umane
del tuo bacio….Reinaldo/

che spazio aperto la mia gola.

Come può essere alto e curvo il legno gonfiato
…………………della tua ultima camicia/

Volano gli albatros sordi sulla riva del tuo corpo sminuzzato
in questo
…..residuo di sera,
bambino moribondo che ancora cammina
(celeste, rosso, viola, nero e nuovamente celeste).

Che strada
sarebbe stata la mia spalla
per le ruote umane del tuo bacio

che spazio la corteccia oscuro dei miei occhi/

……………………..albero nomade.
Torcia incendiata nelle onde.
Sempre torneremo a non vederci, a non ridere insieme/
a non amarci……..a non parlare insieme.

Prua dell’assenza.

Così come conosco posti in cui non andrò mai.
così conosco te.

*

Las ruedas del beso de Reinaldo Arenas

Qué pista habría sido mi pecho
para
las ruedas humanas
de tu beso….Reinaldo/

qué campo mi garganta.

Qué alta y curva puede ser la madera inflada
de tu última camisa/

Vuelan los albatros sordos a la orilla de tu cuerpo desmenuzado
en este
residuo de tarde,
moribundo niño que aún camina
(celeste, rojo, violeta, negro y nuevamente celeste).

Qué pista
habría sido mi espalda
para las ruedas humanas de tu beso

qué campo la corteza oscura de mis ojos/

árbol nómada.
Antorcha incendiada en las olas.
Siempre volveremos a no vernos, a no reírnos/
a no amarnos……………….a no hablarnos.

Proa de la ausencia.

Así como sé de sitios a los que nunca iré,
así yo sé de ti.

***

Ragazzo morso da un ramarro

Rispondere no
A una vita che adopera amore e pietà,
la famiglia, il pezzetto di terra, a legarci le mani.
Cesare Pavese

Ragazzo del mondo,
se cade la Spagna – bene, è chiaro, se cade è solo un modo di dire –
dico: se cade,
accenderai la stufa di butano e una sigaretta/
vorresti vedere macchie di sangue come petali di rosa
sul tappeto del vagone.
Pregare il Cristo inciso nello zinco che pende dal tuo collo/

Non posso dire la verità su di te/non sei
Dio, non sei Antonio,
e mi dispiace.

Ciò nonostante
amavo leggere il mio futuro nell’ombra delle tue gambe [men-
tre leggevi Kipling/
versare le mie mani nella bacinella del latte,
distorcere il tuo viso contrito attraverso la mia bottiglia di [vetro.

Dentro/ di fronte a te. Bello si solleva il mare
per attimi
come un serpente incantato.

Ragazzo/due punti,
devo ammettere che molte volte
nella campagna, ho finto.
Non ho potuto gettare nulla dentro i solchi
E accuratamente, con queste mani,
li ho coperti.

Poi sono
tornato a te, nella strada del Carmen, con la soddisfazione [del
dovere compiuto/
e
io stesso sono un solco vuoto
vedessi con che impegno
sono stato annaffiato.

Vento, caro vento,
torna al frutto del canestro
al futuro rosso che riposa tra noi, nel canestro.

E tu, non piangere così
contro il vetro,
perché se cade,
la Spagna dico,
se cade,

esulcerata politica destra!
indesiderata atona di lingua e attrezzo!

Quanti mari segnalati contro di noi!
Quanti crocifissi incrostati nei nostri cuori!

(…)

Vediamo dalla finestra i frutti luminosi della notte/
Per quando ti sveglierai, ragazzo,
una ferita penderà da te,

come un’insegna.

*

Muchacho mordido por un lagarto

Rispondere no
a una vita che adopera amore e pietà,
la famiglia, il pezzetto di terra, a legarci le mani.
Cesare Pavese

Chico del mundo,
si cae España – bueno claro, si cae es tan sólo un decir –
digo: si cae,
prenderás la estufa de butano y un cigarro/
quisiera ver manchas de sangre como pétalos de rosa
sobre la alfombra del vagón.
Rezar al Cristo tallado en Cinc que pende de tu cuello/

No puedo decir la verdad acerca de ti/ no eres
Dios, …………….no eres Antonio,
y lo lamento.

Sin embargo
amaba leer mi futuro en la sombra de tus piernas mien-
tras leías a Kipling/
verter mis manos en la palangana de leche,
distorsionar tu rostro contrito tras mi botella de vidrio.

Adentro/ frente a ti. Hermoso el mar se
levanta por ratos
como una serpiente encantada.

Muchacho/ dos puntos,
……..debo admitir que muchas veces
en los campos, he fingido.
….No pude echar nada dentro de los surcos
….y esmeradamente, con estas manos,
……..los he tapado.

Luego he
regresado a ti, a la calle del Carmen, con la satisfacción del
……..deber cumplido/
y
yo mismo soy un surco vacío
que vieras con que esmero
……..hubo sido regado.

Viento, oh bien,
regresa al fruto del canasto
al futuro rojo que descansa entre nosotros, en el canasto.

Y tú, no llores así contra
……..el vidrio,
pues si cae,
España digo,
si cae,
¡exulcerada política diestra!
¡indeseada atona de lengua y atrezzo!

¡Cuántos mares señalados en contra nuestra!
¡Cuántos crucifijos incrustados en nuestros corazones!

(…)

Vemos por la ventana los frutos luminosos de la noche/
Para cuando despiertes muchacho,
una herida penderá de ti,

como una insignia.

***

Prêt à porter

Se io fossi per me una donna come
te /
Che gonfia il cuore nelle sue mani
come le vele delle navi
antiche/
o
i suoni alessandrini del fiore copihue nelle fronde
(sopra i nostri cappelli)
o due
lance del sole che infilzano le nostre parole nell’atmosfera
e tessono una conversazione estranea alla nostra,

che avremmo voluto fosse nostra /

e
poi mi spiegavi
che prima di venire, tuo padre era un tizio che annunciava [la partenza dei vapori/
e che, presa dalla sua mano nella ringhiera del molo,
di sera,
guardavi cadere le stelle luminose
sull’asfalto/

(la rana, per quanto sia stato lungo il suo salto
tornò a cadere nello stagno)

Se io fossi per me, una donna come te/
Che gonfia il cuore nelle sue mani,
Come le enormi vele delle navi antiche/
Che sicuramente vedevi salpare nei
porti della tua infanza,

lá in Cile,

dove il tribordo della mia voce,
non fu sufficente canto per te

né per nessuno.

*

Prêt à porter

Si yo fuera para mí,….una mujer como
……………………………..tú /
que hincha el corazón en sus manos
como las velas de los barcos
………………………..antiguos/
o
los alejandrinos sonidos del copihue en la ramada
(sobre nuestros sombreros)
o dos
lanzas del sol que ensartan nuestras palabras en la [atmósfera
y enhebran una conversación ajena a la nuestra,

que ya hubiéramos querido nuestra/

y
luego me explicabas
que antes de venirse, tu padre era un fulero que voceaba la [partidade los vapores/
que cogida de su mano en la baranda del muelle,
por la noche,
veías caer las estrellas luminosas
contra el asfalto/

(La rana por más largo que saltó
volvió a caer en el estanque)
Si yo fuera para mí,una mujer comotú/
que hincha el corazón en sus manos,

como las enormes velas de los barcos antiguos /
que de seguro veías zarpar en
………….los puertos de tu infancia,

……………..allá en Chile,

donde el estribor de mi voz,
no fue suficiente canto para ti

ni para nadie.

***

( )³

e dato che dobbiamo vivere e non
suicidarci
finché viviamo……giochiamo
V. Huidobro

e
mentre l’aria rifulge nel suo cavallo di aria
e
mentre le mie idee da tanto pensarle già possiedono
vertebre, sistema nervoso, fame
e
mentre la dimenticanza dei luoghi si rende necessaria
e
mentre la sferica saliva duole nella gola
come una trottola
e
mentre i miei fratelli si comunicano con le ostie
luminose della discordia
e dato che dobbiamo vivere e non vivere
e dato che dobbiamo scendere dalla lepre
prima dell’inizio della marea
e dato che il cielo
ogni volta ci fa
chinare la testa, piegare le spalle
e
dato che non possiamo usare la vendetta
contro noi stessi
né essere allegramente cavalli di Troia.
Finché viviamo,

…………………………..(giochiamo) ³

*

( )³

y puesto que debemos vivir y no
suicidarnos
mientras vivamos…..juguemos
V. Huidobro

y
mientras el aire refulge en su caballo de aire
y
mientras mis ideas de tanto pensarlas ya poseen
vértebras, sistema nervioso, hambre
y
mientras el olvido de lugares se hace necesario
y
mientras la esférica saliva duele en la garganta
como un trompo
y
mientras mis hermanos comulgan de las hostias
luminosas de la discordia
y puesto que debemos vivir y no vivir
y puesto que debemos saltar de la liebre
antes del inicio de la marea
y puesto que el cielo
cada vez nos hace
agachar más la cabeza/ doblar la espalda
y
puesto que no podemos usar la venganza
contra nosotros mismos
ni ser alegremente unos cuerpos de Troya.
Mientras vivamos,

…………………………(juguemos)³

***

Origine

L’ultimo germoglio della stagione è nato nell’ultimo margine
di ciò che sono le mie terre.
Gli abitanti si sono appoggiati alla palizzata
siamo veramente stanchi
di aspettare
e per continuare le conversazioni
nelle fiere del bestiame della regione,
non abbiamo niente di fantastico da dire
di noi stessi.
Su cosa baseremo le nostre leggi, come dormiranno
i nostri figli,
come faremo paura ai popoli che conquisteremo?

In un certo senso
è piú bello guardare il mare che
starvi dentro.

*

Origen

El último retoño de la temporada, por escaso margen,
ha nacido en lo que son mis tierras.
El pueblo se ha apostado en la verja —
estamos realmente hastiados
de esperar
y que de regreso a las conversaciones en las
ferias pecuarias de la región,
no tengamos nada fantástico que decir
de nosotros mismos.
¿enque sentaremos nuestras leyes, nuestros
hijos como dormirán,
que haremos pavoroso a los pueblos que conquistemos?

En cierto modo
es más hermoso ver el mar que
…………..estar en él.

***

La “fuga” di Coronis

Lanció dalla finestra i sassi che le furono portati
dal tempio d’Apollo;
visse una vita facile in altri tempi, adesso
desidera un amore;
un’immagine grottesca che si raffiguri mentre
solleva all’alba la serranda della lavanderia/

Prese quattro cose che mise in una
borsa di pelle
e si imbarcó sul Pireus;
Il corvo era una macchia bianca nel
cielo ancora sporco/
il porto di arrivo era nella sua testa molto
piú immenso che il porto che ancora aveva davanti
ai suoi occhi/

Gli ormeggi si trascinano sull’acqua; e
a mille leghe da qui, avrà esattamente quello
che fugge/

*

La “Huida” de Coronis

Tiró por la ventana las piedras que le fueron traídas
del templo de Apolo;
ella llevó una vida fácil en otros tiempos, ahora
ansía un amor;
una imagen grotesca que se represente mientras
levanta de madrugada la reja de la lavandería/

Cogió cuatro cachivaches que puso en una
bolsa de cuero
y embarcó el Pireus;
el cuervo era una mancha blanca en el
cielo todavía sucio/
el puerto de llegada era en su cabeza mucho
más inmenso que el puerto que aun tenía ante
sus ojos/

Immagine: Jorge Camacho, Reinaldo Arenas, New York, 1982.

Myra Yara, YO SOY tuya – Poeti peruviani contemporanei /1

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).