Ritorno al maggio 1937 – Poeti statunitensi contemporanei /3

da | Nov 6, 2013

“I Go Back to May 1937” è una poesia di Sharon Olds, autrice statunitense la cui ultima raccolta pubblicata in Italia si intitola “Satana dice” (2002). Proponiamo il testo nella traduzione inedita di Giorgio van Straten.

Li vedo in piedi davanti ai cancelli simmetrici dei loro [college
vedo mio padre sotto l’arco di arenaria ocra,
le piastrelle rosse che brillano
come scaglie di sangue dietro la sua testa,
vedo mia madre con pochi libri smilzi appoggiati sul [fianco
in piedi davanti al pilastro di mattoni
col cancello in ferro battuto ancora aperto dietro di lei
le punte di lancia nere nell’aria di Maggio,
stanno per laurearsi, stanno per sposarsi,
sono ragazzi, sono stupidi,
tutto ciò che sanno è che sono innocenti,
che non farebbero mai del male a nessuno.
Voglio andare da loro e dire Fermi non fatelo,
lei è la donna sbagliata, lui è l’uomo sbagliato
farete cose che mai pensereste di poter fare
farete del male ai figli
soffrirete in modo inimmaginabile
vi augurerete di morire.
Voglio andare da loro in quella luce di fine Maggio
e dirglielo, il bel visino di lei desideroso e vuoto che si volta verso di me,
il suo bel corpo intatto che fa tenerezza,
il bel viso di lui arrogante e cieco che si volta verso di me,
il suo bel corpo intatto che fa tenerezza,
ma non lo faccio.
Voglio vivere.
Li tiro su come il maschio e la femmina delle bambole di [cartapesta
e li sbatto una contro l’altro per i fianchi
come schegge di selce da cui far scaturire scintille,
dico: fate quello che state per fare
e io lo racconterò.

*
I GO BACK TO MAY 1937

I see them standing at the formal gates of their colleges,
I see my father strolling out
under the ochre sandstone arch, the
red tiles glinting like bent
plates of blood behind his head, I
see my mother with a few light books at her hip
standing at the pillar made of tiny bricks with the
wrought-iron gate still open behind her, its
sword-tips black in the May air,
they are about to graduate, they are about to get married,
they are kids, they are dumb, all they know is they are
innocent, they would never hurt anybody.
I want to go up to them and say Stop,
don’t do it–she’s the wrong woman,
he’s the wrong man, you are going to do things
you cannot imagine you would ever do,
you are going to do bad things to children,
you are going to suffer in ways you never heard of,
you are going to want to die. I want to go
up to them there in the late May sunlight and say it,
her hungry pretty blank face turning to me,
her pitiful beautiful untouched body,
his arrogant handsome blind face turning to me,
his pitiful beautiful untouched body,
but I don’t do it. I want to live. I
take them up like the male and female
paper dolls and bang them together
at the hips like chips of flint as if to
strike sparks from them, I say
Do what you are going to do, and I will tell about it.

 

Poeti statunitensi contemporanei /1: Donald Justice
Poeti statunitensi contemporanei /2: Ben Lerner

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).