Hollywood & Dio

da | Dic 17, 2014

Dal numero 68 di “Nuovi Argomenti” una selezione di poesie di Robert Polito nella versione di Damiano Abeni e Moira Egan.

Pacific Coast Highway

per R. H. 1999

Come nel racconto antico, un uomo continua ad [attraversare la strada.
La prima volta insieme a lui c’è il figlio, cammina [scomposto
davanti a lui fino al marciapiedi dietro la loro jeep,
parcheggiata in modo da poterla tener d’occhio dal bar.
Poco più in là la ferrovia, e oltre
cottages, sabbia, il grigio del Pacifico.
Ma ogni volta che l’uomo attraversa viene travolto
da un SUV nero, rimbalza sul cofano per trenta metri,
viene trascinato per altri venti fin sulla massicciata.
Il figlio deve essere sull’altro lato che lo aspetta.
Di nuovo, l’uomo riattraversa la strada.

*

Shooting Star

“I seen a shooting star tonight
and I thought of you…”

In un seminterrato a San Francisco
c’è una donna di cui mi continua a giungere voce,
che sostiene di aver vissuto per gli ultimi vent’anni
con Bob Dylan, e che ne vuole scrivere un libro.
Il che per lui potrebbe essere una gran sorpresa – ehi senti,
mi stai prendendo per il culo. Ma lei vende foulard
nel negozio di North Beach, e a sentir lei
Dylan è cambiato – un sacco –
pesante adesso, ma gentile, anche se un po’
matto, dentro e fuori dagli ospedali, non sembra
più lui. Ciò nonostante, dovunque vada
le spedisce poesie d’amore nel solito
stile anni ’60, e per lei è un onore mostrarle a chi capita.

Una cucina sonnolenta all’alba, la donna si avvicina
al bollitore, pigiama sbottonato fino in vita,
un uomo-gufo, sbronzo, indolente, le si trascina dietro.
Il glamour dei rovinati, ma quanto più
gratificante per lei non essersi inventata tutta
quella farraggine fumosa per solitudine, follia, o
per soldi, e stamattina svegliarsi accanto a uno
che ti persuade di aver inciso “Shooting Star” solo per te.

*

Mike dei Frisbee

Città dei Presidenti
città della Granite Railway e della Fore River Shipyard.

Ma anche città di preservativi appiccicati alla pedana del [lanciatore,
e città di pantegane e sanguisughe nere alla deriva negli [scoli primaverili.

Città del primo Howard Johnson’s, del primo Dunkin [Donuts,
città di Lee Remick che faceva la modella per gli abitini [estivi del negozio paterno,

e adesso città in cui gli album dei Beatles piovono dal cielo
quando Mike dei Frisbee predica dal cuore di un crocchio –

butterato, foruncoloso, rosso come un peperone,
sembra, come disse Tommy LeBlanc, che gli abbiano [incendiato la faccia
e poi gliel’abbiano calpestata con le scarpe da golf.

A cavalcioni sulla Black Phantom nuova,
ciondolando sulle Keds rosse nuove,
battendo il pugno sul cestello di ferro pieno di LP nuovi,

Mike sfoggia il gesto leggendario a cui deve il [soprannome.

“Li metto su una volta e poi … via col frisbee!” dice –

Ogni pomeriggio Mike fa volare i suoi Top 40 dalla [bicicletta
come il ragazzo dei giornali lancia il Patriot Ledger sul [nostro prato –

“I Rolling Stones? I Beach Boys? Quei gruppi che piacciono [a voi poppanti?
Sono OK. Ma cavolo, io adoro i Beatles –
volano che è un piacere!”

Ma i suoi genitori? Dove li trova tutti quei soldi?
Non se lo chiede nessuno,
preso dall’estasi di quel fenomeno soprannaturale –

Manna dal cielo –

Dischi sfilati dalla copertina e che tracciano archi nell’aria–

Dischi nuovi di zecca che luccicano sugli alberi,
dischi graffiati e coperti di polvere sull’asfalto,

tra grida di Vai Mike, Vai matto, Vai mattodeifrisbee,
Dai Mike tirane uno da questa parte

Gli hits non perdono un colpo…

I morti sono ovunque,
ma se Mike è ancora vivo,
deve essere vicino alla pensione –

Ma poi, come si va in pensione dal tirare dischi come [frisbee?
Per pura obsolescenza tecnologica? Mike tarpato dai CD,
vittima dell’era digitale?

Forse fare frisbee dei dischi è come fare film,
o dire messa,
una vocazione –

Lo si fa fin quando non lo si può più fare.

Mike adorava i primi Dei del rock ’n’ roll,
Chuck Berry, Elvis, Little Richard e Buddy Holly,
poi ha cominciato a fare frisbee di tutti gli altri.

Nessuno dei dischi lanciati da Mike è mai passato di [moda.
Chi l’avrebbe mai detto?

Città di John Adams e John Quincy Adams, il 2° e il 6° [Presidente.

Città di Myles Connor, cantante rockabilly e ladro di opere [d’arte.

Città di Robert Polito.

Città di Mike dei Frisbee.

[per una spiegazione di Robert Polito sulla poesia: Poet’s Choice: ‘Mike the Winger’ by Robert Polito; sul personaggio: 35 years later, “Mike The Winger” still remembered in Quincy]

*

Che razza di amico

Ecco la storia raccontata da tua madre, con qualche
scetticismo, come per dimostrare quanto si possa [cambiare.
Tua zia Barbara dice che stava tornando in auto [dall’ospedale.
Pioveva. Era tardi. E quando ha imboccato il ponte
ha forato. Ha parcheggiato l’auto accanto alla spalletta,
ha azionato i lampeggianti, ma nessuno si è fermato con [quell’acqua.
Quando si è decisa a scendere e ha aperto il baule,
indovina un po’? Mancava il crick. Una perfetta ruota di [scorta
ma niente crick. Zio Johnny l’aveva lasciato in garage, [chissà.
E allora il prodigio. Allora è comparso Gesù.
Le ha sollevato il retrotreno e lei ha cambiato la gomma.
Sia come sia, così la racconta tua zia Barbara adesso.
Non sapevo che i cattolici potessero essere pentacostali. [Immaginatevi
Gesù Cristo che bighellona così, che aiuta la gente a tornare [a casa.

*

Hollywood & Dio

Se solo Dio mi salvasse,
saprei come farti del male.

Se solo Dio mi salvasse,
saprei a chi vendermi l’anima.

Tutto è autobiografia,
ma questa è una conversazione –

William Burroughs asseriva
che la letteratura era in ritardo di 50 anni sulla pittura,

e senza dubbio pensava ad astrazione, collage,
frammentazione, ai suoi cut-up.

Ma comunque (perché sempre 50 anni?), qualunque fosse
il modo in cui pensava di irritare gli altri scrittori,

la poesia è davvero in ritardo su qualsiasi credibile teoria [mediatica che la riguarda –

così che se metto un pino
in una poesia,

una pineta
e più oltre il mare,

penseresti che è lo stesso albero messo lì da Wordsworth;
invece che ai due secoli obbligatori di studi sulla natura, a [tutti quei

panorami in Technicolor, canzoni d’amore deluso, coppie
che passano leggere tra le foglie nelle pubblicità delle [Salem.

Dentro a una vita e fuori da un’altra,

come un tossico nel ruolo dello scrittore,
uno scrittore nel ruolo di un prete,

così che quando alla fine sono sbottato,
Mi-hai-tradito / Ti-ho-fatto-male / Siamo-così-infelici

ti sei accollata il fardello dell’impellente necessità [personale,
hai pensato che stessi parlando ai limiti del mio auto- [controllo

e non a I dannati non piangono,
Tentazione, e Femmina folle.

Apri la bocca e ne sbaverà una tradizione.

Ma si tratta di mimesi –

com’è quasi impossibile evitare la mimesi,
le più dure verità di chiunque che fanno sorgere le [costruzioni più fratturate,

allo stesso modo in cui pensare a Dio può essere
un disobbedire a Dio,

se l’unico desiderio di Dio è restare nascosto,

così che se tutto è autobiografia,
questa è una conversazione.

Mentre le mie vite mi passano davanti in un lampo,

perché lo struggimento per Dio deve
superare qualsiasi altro struggimento?

Si sentono spesso i convertiti confessare
che il bere, e lui le pillole, lei il sesso sfrenato,

dentro nascondevano uno struggimento per Dio –
perché non il contrario?

L’ammettere che Gesù nella tua vita
nasconde invece il desiderio, ad esempio, il bisogno

di farti scopare fino a perdere i sensi, sbronzo, drogato & [urlante
OH DIO! OH DIO! sul letto di una stanza a ore…

Dio accoglie i tuoi struggimenti.

Il pomeriggio che mio padre seppe della diagnosi di [cancro inoperabile,
zia Barbara chiese che lo portassimo a Lourdes.

Lo chiese con un bicchiere di vodka in mano –
lo chiese facendo scorrere le dita lungo la mia gamba –
lo chiese prima di cadere in coma etilico nella sua auto –

Nel film della mia vita,
mio padre è morto

dopo che l’avevo perdonato

& quando la mia torturatrice disse possano gli spettri dei [tuoi sogni
roderti il ventre come un lupo sotto al giaccone,

cercava davvero vendetta,
o stava solo ammazzando il tempo?

Per me Dio è un cilicio, o non è niente;
per me Dio è una rottura di coglioni;

ecco la mimesi, di nuovo,

a quest’ora ti dico cose in confidenza,
non le direi a chicchessia, ma le dirò a te.

Il mondo è una strada lungo il muro verso la chiesa,
il mondo è una chiesa, & il mondo è una strada,

& il mondo è un muro di pietra.

Eppure, lui la voleva come il Cardinale voleva il [Caravaggio,
& quando l’incauto proprietario del dipinto si oppose –
una notte le Guardie Papali gli perquisirono la casa.

Ovvio che venne alla luce il contrabbando, fucili non [registrati,
& quando l’incauto proprietario del dipinto andò in galera –
il Cardinale entrò in possesso del Caravaggio.

Ma io non ero un Cardinale, nipote del Papa,
e tu –
tu non eri un Caravaggio.

Così ti ho chiesto di far parte del mio film.

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).