Espiazione di Ian McEwan

da | Mar 1, 2020 | Leggere ai tempi dei social network, Non Fiction

Non avrei mai pensato che proprio questo libro mi avrebbe accompagnato in così tante tappe importanti della mia vita da lettore. La prima volta mi fu assegnato in prima liceo da un lungimirante professore d’italiano. Era il 2011 e, da anni, non aprivo un libro se non quelli che dovevo leggere per forza in vista di future verifiche e interrogazioni. Sembra strano dirlo adesso, ma non sempre sono stato un lettore. Tutte le scuole medie, praticamente, non ho letto neanche un libro per piacere personale, quindi ritrovarmi al liceo senza la passione per la lettura, mi sembrava normale. Le verifiche di letteratura andavano discretamente bene e riuscivo sempre a essere nella media, ma nei temi facevo molti errori sia ortografici sia grammaticali. Ero molto demoralizzato. Volevo migliorare perché spesso mi sentivo non propriamente padrone della lingua italiana, essendo bilingue e parlando principalmente una lingua straniera a casa. Alla fine di una lezione d’italiano, mi avvicinai al professore e gli chiesi cosa potessi fare per migliorare il mio rendimento nei temi, lui mi disse che l’unica cosa che davvero mi avrebbe aiutato sarebbe stata leggere. Dopo alcuni giorni dalla mia domanda, il professore tornò in classe e mi diede una lista di libri che, secondo lui, avrei dovuto leggere per appassionarmi di nuovo alla lettura. Oltre alla lista, lui assegnò a tutti noi da leggere Espiazione di Ian McEwan.

Nella mia città c’è solo una libreria indipendente nella quale ho sempre comprato i libri: sia quelli che mi assegnavano gli insegnanti alle elementari sia quelli che leggevo per piacere personale. Erano tre anni che non ci tornavo perché mi ero come dimenticato di questa mia passione, la quale restava comunque sopita da qualche parte dentro di me. Andai a cercare il libro nello scaffale dedicato alla letteratura contemporanea, mi sembrava di non averla mai esplorata davvero quella libreria. I libri erano disposti in ordine alfabetico, quindi non fu difficile trovare il romanzo di McEwan. Presi il libro, mi diressi alla cassa. La libraia, non appena vide che si trattava di un libro serio, mi disse che ancora si ricordava quando compravo da loro i libri per bambini con i miei genitori e ora compravo un romanzo per adulti. Dicendo quelle parole mi sentivo cresciuto, ero diverso dal ragazzo che ero stato alle medie, o perlomeno iniziava il mio cambiamento.

La lettura di Espiazione si rivelò impegnativa, soprattutto per me che ero digiuno dalla lettura. Le prime pagine feci fatica a leggerle, ma non mollai anche perché avrei dovuto sostenere un compito scritto su di esse. Con lo scorrere delle pagine, restai invischiato nella storia narrata da McEwan. Volevo sapere chi avesse abusato di Lola e, come e se, sarebbe andata avanti la storia tra Robbie e Cecilia. Rimasi di stucco alla fine della prima parte del romanzo, non mi sarei aspettato che fosse accusato proprio Robbie dello stupro di Lola e non capivo perché Briony l’avesse accusato, in quanto non l’aveva visto chiaramente. Iniziai a odiarla. Iniziare la seconda parte non fu per nulla difficile perché volevo sapere che fine avesse fatto Robbie, la cosa che notai subito, però, era il cambio di stile e registro, operato da McEwan. Il proseguimento del romanzo trattava sì di Robbie, ma in uno stile quasi saggistico. Robbie, infatti, per non scontare la pena detentiva, decise di arruolarsi nell’esercito di Sua Maestà come soldato semplice. La narrazione della disfatta di Dunkirk mi coinvolse così che non riuscii più a posare il libro. Volevo sapere che cosa sarebbe successo andando avanti nella narrazione. Nella terza parte ritrovai una Briony adulta che voleva fare l’infermiera per seguire le orme di Cecilia, la sorella con cui non aveva più avuto rapporti dall’arresto di Robbie. Briony sembrava apparentemente cambiata, non cercava più il consenso degli altri in maniera così ossessiva. Ora, l’unica cosa che le importava davvero era tentare di recuperare il rapporto con la sorella. Questa diventò la sua missione: lei s’iscrisse alla stessa scuola d’infermiere e si fece assegnare presso lo stesso ospedale, dove lavorava Cecilia. La sorella minore tentò più volte di scrivere alla maggiore, ma senza alcun risultato. Cecilia non rispondeva alle lettere. Briony iniziò a comprendere che non era in alcun modo giustificabile ciò che aveva fatto. In questa terza parte, lei iniziava a essere consapevole di aver mentito quando disse che era stato Robbie ad abusare della cugina. Lei aveva visto solo una sagoma nell’oscurità, senza distinguerne bene i connotati. Si rese conto di aver condannato un innocente solo quando partecipò al matrimonio della cugina. In quell’occasione, lei capì che era stato tutto frutto di una sua mal interpretazione, ciò non la scusava dall’aver rovinato la vita di due persone: la vita di Robbie e di Cecilia. Non riuscendo a farsi fissare un appuntamento dalla sorella, decise di scoprire dove abitasse. Un giorno, tornando dal lavoro, scelse di andare nel quartiere dove abitava la sorella per incontrarla e raccontare la verità che ha scoperto al matrimonio della cugina. Non mi aspettavo che Cecilia avrebbe fatto entrare Briony in casa, non dopo tutto quello che aveva fatto passare a lei e Robbie. La maestria di McEwan, invece, è stata di sorprendermi un’altra volta. Nella quarta e ultima parte del romanzo, mi imbattei in un altro cambio di registro e narratore. Ora era Briony stessa a narrare che cosa le successe dopo gli studi per diventare infermiera. McEwan nelle ultime venti pagine mi sorprese nuovamente. Egli spiegava, attraverso Briony, tutta la storia come andasse letta e perché il romanzo si chiamasse proprio espiazione. L’espiazione del titolo è quella di Briony ne confronti della sorella e di Robbie, ma è il modo con il quale espia o tenta di espiare la sua colpa che lascia il lettore stupito.

A quindici anni un finale così inaspettato mi lasciò senza parole. Sentivo che, grazie a questo libro, in me stava rinascendo la passione per la lettura. Erano veramente anni che non leggevo un romanzo che mi coinvolgesse totalmente da dimenticare gli altri miei passatempi. Dopo Espiazione, nel corso degli anni, continuai a leggere altri romanzi di McEwan: alcuni li ho trovati geniali e ben scritti, altri scritti bene, ma con delle idee mal gestite. Nessuno, però, ha mai raggiunto, per me, il livello di Espiazione.

Il mio rapporto con questo libro non si esaurì al liceo. L’anno scorso mi ritrovai a doverlo leggere di nuovo per un corso di letteratura inglese all’università. Questa volta l’avrei dovuto leggere in lingua, facendo attenzione agli aspetti stilistici e formali di McEwan. Ancora una volta ritrovai Briony, Robbie e Cecilia. Ancora una volta dovei patire le accuse infamanti e l’arresto di Robbie. Il libro, però, doveva rivelarmi i suoi segreti. Dovevo capire come McEwan avesse strutturato l’architettura del romanzo e perché alcune scene, che a una prima lettura sembravano insignificanti, celassero molto del significato della storia. Io e i miei colleghi, guidati dal professore, iniziammo ad analizzare i personaggi e le motivazioni occulte dietro i loro comportamenti. Man mano, grazie ai saggi critici sul romanzo, esso assunse un nuovo significato per me. Notai, finalmente, che non era solo un romanzo sull’espiazione di una colpa, bensì un romanzo sul rapporto tra verità e finzione.

Dopo aver sviscerato Espiazione, sentii che il mio modo di leggere sarebbe cambiato in maniera irreversibile. Ora, infatti, faccio sempre attenzione alla struttura e allo stile dei romanzi che leggo. Mi pongo sempre più domande sul perché un dato personaggio agisce così nella situazione che si ritrova e perché l’autore decida di farlo parlare in una data maniera. Insomma, ho iniziato a leggere tutti i libri in maniera critica. Rileggendo anche altri libri che lessi in adolescenza, noto sempre di più la maestria di autori come McEwan nel prendere in giro il lettore. Di nuovo, anche se sono stato attento rispetto alla prima volta in cui lessi il romanzo, mi feci invischiare nella storia e di nuovo provai un senso di amarezza alla fine del romanzo. Ogni volta che rileggo un libro da me amato, provo sempre un senso di gratitudine verso l’autore di quell’opera. Grazie a Espiazione, sono ritornato ad appassionarmi alla lettura da adolescente e ora, da adulto, esso ha di nuovo segnato il mio percorso di lettore, cambiando in maniera radicale il mio modo di rapportarmi con i romanzi.

Jaroslav Zanon è un bookstagrammer. Su Instagram lo trovate come jaronman