Tony Harrison (Leeds, 1937). Autore di numerose raccolte, è uno dei poeti di lingua inglese più letti nel mondo. Si affermò con The Loiners (1970, vincitore del Geoffrey Faber Memorial Prize). Con The Laureate’s Block (2000) rifiutò polemicamente il titolo di poeta laureato della Corona e rivendicò i suoi sentimenti repubblicani, dopo che a seguito della morte di Ted Hughes si era ventilata l’ipotesi d’investirlo del titolo. Oltre che poeta è stato autore teatrale: ha collaborato con il National Theatre di Londra scrivendo numerosi testi tra i quali The Misantrope (1973), Phaedra Britannica (1975), The Oresteia (1981, vincitore dello European Prize for Translation), The Trackers of Oxyrhunchus. Seguono Square Round (1992), Poetry or Bust (1993), The Kaisers of Karnuntum (1995).
All’intensa attività teatrale ha affiancato quella di autore televisivo, realizzando numerose opere per BBC e Channel Four, alcune delle quali in collaborazione con il regista Peter Symes. I suoi “poemi-film” fra cui The Blasphemers’ Banquet (1989, dedicato a Salman Rushdie, oggetto di una fatwa degli Ayatollah iraniani) e Black Daisies for the Bride (vincitore del Premio Italia 1994 per il documentario), The Gaze of the Gorgon (1992) insieme ai suoi “libretti” per il Metropolitan Opera di New York, sono per lui un tutt’uno con la sua attività poetica. In Italia sono stati pubblicati da Einaudi tre volumi, V. e altre poesie (1990), In coda per Caronte (2003), curati e tradotti da Massimo Bacigalupo, Vuoti (2008), I segugi di Ossirinco (2014), Afrodite del Mar Nero e altre nuove poesie (2014) curati e tradotti da Giovanni Greco.