Una scelta di poesie dal nuovo libro di Giancarlo Majorino, Torme di tutto (Mondadori, 2015).
Novella mezza vera
Era obbligata a vivere in un corpo magnifico
l’interno della testa annegato, posso.
Senza smagliature, lampade accese di notte, nessuno vede
(tutti guardano pensano invidiano perché t’hanno visto).
è che l’andamento l’incerchia annientandola!
(Uccellini carini draghi d’insetti)
Affranta nuoto nel vuoto schermo riflesso
transito di pozze interferenti aiuto!
sapendo che ne sei bionda parete.
Entro: seduti, mai visti, con molte borsone
avrei, ma non posso, date le dimissioni
…..Schidionate di pezzi, di fram., altro che Tempo
…..Si ricomincia correre, uno viene uno va
…..un altro ancora, il precedente c’è già
…..il Presidente, vorresti dire dirgli
…..non potrà
*
sì, ma c’è qualcosa che ronfa ancora più dentro
quelle pose, quelle scene, una viva
tra le più belle al mondo, cos’è il cine?
che fanno, che disfanno, tali involucri veri ?
e lei chi era, ci arrangiamo un po’ a dirla
qui, e prima e intorno…intorno intorno insieme!
Gorki sul cinema muto: “ogni cosa si muove e poi quando [raggiunge
i bordi dello schermo, scompare da qualche parte là [dietro”?
sono torme di tutto, è una torma di tutto
solo così, la poesia per esempio, può darle forma?
ma, per quanti attimi e con quali doglie…
*
ecco che girano…si sono rimessi…a peregrinare
l’han sempre fatto è che siamo corretti vado con loro
già in uno, in ciascuno io credo mi pare che siamo troppo [sedati
caffè che girano poi ci fermiamo ognuno seduto da [qualche parte
o in piedi…grandi speranze…perlomeno alloggiamo
viene da sé…grotta fatta…beviamo grande successo
aspettiamo inventando…grande successo…sleali [abbastanza
riprendon a andare…li segno, non so…non solo per sé
non solo per sé…è così che giriamo? cavalca cavalca [siccome un mistero
non solo per sé…è così che giriamo?
cavalca cavalca siccome un mistero, siccome un mistero
mia madre innaffiava piante di plastica sul balcone [fingendole vive
*
stelle, occhi neri nel più nero, poi
chiaro frenetico…in casa dolce riposo
illuminato, ripieno – simile al pensiero
te vedo, crédici o no, mai salmistrare
la bianca polpa prisma di carta
aguzza accogliente secondo intenzione
incendi sparsi vocìo lontano
vicinissimi verbi silenzio quando t’esponi
vicinissimo esposto noi semifermi
stelle, occhi neri, la marea del fogliame
*
troppo non sei
luci dimezzate la città
dissolto il mare tanto alleato
in cui ti liberavi, dissolto
l’indignazione oltre la schiettezza tua
con cui m’hai, spesso invano, nutrito
batto trenta volte la testa nel muro
un mattino, so, mi telefonerai
voce per non udenti come ora sono
“guarda, non piangere, sono ancora viva”
o “ci sono”, da lontano, prigioniera?
e poi e poi e poi congiuntamente?
dicono, forse è giusto, che i poeti
vedano il futuro per quanto sia crudo
onde di mali e, chi lo sa, forse, di ‘
bene, forse, fine sogno desto
cespi di memorie così vi lascio adesso
*
….è tempestato di piccoli segreti
….con una tremenda fertile farabutterìa
….scatena, cerchia, disimpesta,…nuovo
….agrimensore K se li studia, pagine teatro
….indovino “disinteressato” ogni dì sul lavabo di qualcosa
….di qualcuno che i suoi versi cuciti di pelle scrittura
….media tranquillizza false copie, grida come un malatto
..ottantaseienne, la bella ottantuno con trespoli e minuzie
[alimentari, cure
.personali su quel penzoloni corpo massimo dei massimi [d’artrosi
sorriso celeste di madre quando soffre soffia vìa il male [porgendo cartapenna
cretini denaro dovunque
bande criminali l’aiuto necessario verrà dai Sotto, la [pienezza da
un po’ di Gesù due, Marx, Mandela, con gli artisti proprio [impastati,
mangiando un po’ meno, aiutando offrendo opere parole [spostate,
più profonde, voglio tutto certe volte basta qualche tic per
indicare un percorso spostato del vivere e del fare [indipendente
le povere i poveri al centro di ogni azione iniziale
*
se lo permetti…morirò ridacchiando
è che so, sempre più, smuovere calanchi
denti sempre, spesso, esposti…il male sale
…..ci raggiungiamo un po’ ?
..son veleni d’acqua
……non fare il babbo non fare il babbeo visto che scrivi:
….l’aria è totale
*
siamo tanti atolli, esseri che si raggruppano
o si parlano…tramite tran tran di messaggi
….men soli o più soli, ciò che si può, ma
….che succede quando qualcosa succede a modo propri
..ingorghi, bombe, morte, anelli di schiuma
..terremoti alias invisibilità
…..il maschio, crapa zeppa di spermatozoi
…..forza, dita sul piano, s’avvìa strappando
……riprende a cantar remota la pietra?
ripetente “senza tutto il mondo è niente”
….stelle risplendono per milioni d’anni
*
a volte l’amalgama c’è, non esiste il vuoto
fra le torme, esiste un loro esserci parziale
“lav oro parecchio ma sono pien di mali”
il mondo salvato dagli anziani
greppie giganti comunque…il lav il love
allora? in fondo a sto foglio ho calato disegni segni [astratto-concreti dove vai?
…e o vie – di – mezzo (afferrabili scrivendone) fra il tutto [e l’io scrivente
..possibilità pozzi lolita o diagramma di svariati certi [pozzi
….(l’ambizioso obbligo di tale titolo “torme di tutto”
..riprese di disordine necessario:
*
Pasolini, al termine del suo esistere
snocciolava due embrioni immensi
Petrolio e la Divina Mìmesis
…alteranti l’essere di generi vari
…poematicità, miscelazioni appunto di
…eterogenei letterari, interferenze, film
fermo come un osso sinché non si ferma
può muoversi addosso, sopracaricato
realismo in fuga e? genesi di forma
due sé nell’esteso e un pari Virgilio
…un cielo, un ciclo, un circo non dimenticare
la geografia riempita, remoto sogno
vinceremo perché sembriamo più deboli
*
…pensa come sarebbe, cosa diresti
che faresti, che finanche scriveresti
…pensa cosa, come che sarebbe
…l’entrata di un vero disordine lasciato parlare !
……mai fronteggiata angoscia tua mia
……l’entrata nel nostro specchio tratteggiato
…….di un vero disordine che può parlare !?…
*
Licenziato, una coppia che faceva male a nessuno
è entrata in un budello dell’inferno.
Così stiamo diventando miserevoli
sbadiglianti, rabbiati, spesso seduti
guardo i due piedi, son tuttora a letto.
Passa da una stanza all’altra senza
dir niente a me che le dico niente.
Il Mercato? un dio nuovo, prima non c’era.
….……Son così brutti che fan l’amore al buio
Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).