Torme di tutto

da | Apr 17, 2015

Una scelta di poesie dal nuovo libro di Giancarlo Majorino, Torme di tutto (Mondadori, 2015).

Novella mezza vera

Era obbligata a vivere in un corpo magnifico
l’interno della testa annegato, posso.
Senza smagliature, lampade accese di notte, nessuno vede
(tutti guardano pensano invidiano perché t’hanno visto).
è che l’andamento l’incerchia annientandola!
(Uccellini carini draghi d’insetti)

Affranta nuoto nel vuoto schermo riflesso
transito di pozze interferenti aiuto!
sapendo che ne sei bionda parete.

Entro: seduti, mai visti, con molte borsone
avrei, ma non posso, date le dimissioni

…..Schidionate di pezzi, di fram., altro che Tempo
…..Si ricomincia correre, uno viene uno va
…..un altro ancora, il precedente c’è già
…..il Presidente, vorresti dire dirgli
…..non potrà

*

sì, ma c’è qualcosa che ronfa ancora più dentro
quelle pose, quelle scene, una viva
tra le più belle al mondo, cos’è il cine?
che fanno, che disfanno, tali involucri veri ?

e lei chi era, ci arrangiamo un po’ a dirla
qui, e prima e intornointorno intorno insieme!

Gorki sul cinema muto: “ogni cosa si muove e poi quando [raggiunge
i bordi dello schermo, scompare da qualche parte là [dietro”?

sono torme di tutto, è una torma di tutto
solo così, la poesia per esempio, può darle forma?
ma, per quanti attimi e con quali doglie…

*

ecco che giranosi sono rimessia peregrinare
l’han sempre fatto è che siamo corretti vado con loro
già in uno, in ciascuno io credo mi pare che siamo troppo [sedati
caffè che girano poi ci fermiamo ognuno seduto da [qualche parte
o in piedigrandi speranzeperlomeno alloggiamo
viene da ségrotta fattabeviamo grande successo

aspettiamo inventandogrande successosleali [abbastanza
riprendon a andareli segno, non sonon solo per sé
non solo per séè così che giriamo? cavalca cavalca [siccome un mistero

non solo per séè così che giriamo?
cavalca cavalca siccome un mistero, siccome un mistero

mia madre innaffiava piante di plastica sul balcone [fingendole vive

*

stelle, occhi neri nel più nero, poi
chiaro freneticoin casa dolce riposo
illuminato, ripieno – simile al pensiero
te vedo, crédici o no, mai salmistrare

la bianca polpa prisma di carta
aguzza accogliente secondo intenzione

incendi sparsi vocìo lontano
vicinissimi verbi silenzio quando t’esponi

vicinissimo esposto noi semifermi
stelle, occhi neri, la marea del fogliame

*

troppo non sei
luci dimezzate la città
dissolto il mare tanto alleato
in cui ti liberavi, dissolto

l’indignazione oltre la schiettezza tua
con cui m’hai, spesso invano, nutrito
batto trenta volte la testa nel muro

un mattino, so, mi telefonerai
voce per non udenti come ora sono
“guarda, non piangere, sono ancora viva”
o “ci sono”, da lontano, prigioniera?

e poi e poi e poi congiuntamente?

dicono, forse è giusto, che i poeti
vedano il futuro per quanto sia crudo
onde di mali e, chi lo sa, forse, di ‘
bene, forse, fine sogno desto
cespi di memorie così vi lascio adesso

*

….è tempestato di piccoli segreti
….con una tremenda fertile farabutterìa
….scatena, cerchia, disimpesta,nuovo
….agrimensore K se li studia, pagine teatro

….indovino “disinteressato” ogni dì sul lavabo di qualcosa
….di qualcuno che i suoi versi cuciti di pelle scrittura
….media tranquillizza false copie, grida come un malatto
..ottantaseienne, la bella ottantuno con trespoli e minuzie
[alimentari, cure
.personali su quel penzoloni corpo massimo dei massimi [d’artrosi
sorriso celeste di madre quando soffre soffia vìa il male [porgendo cartapenna

cretini denaro dovunque

bande criminali l’aiuto necessario verrà dai Sotto, la [pienezza da
un po’ di Gesù due, Marx, Mandela, con gli artisti proprio [impastati,
mangiando un po’ meno, aiutando offrendo opere parole [spostate,
più profonde, voglio tutto certe volte basta qualche tic per
indicare un percorso spostato del vivere e del fare [indipendente

le povere i poveri al centro di ogni azione iniziale

*

se lo permettimorirò ridacchiando
è che so, sempre più, smuovere calanchi
denti sempre, spesso, espostiil male sale

…..ci raggiungiamo un po’ ?
..son veleni d’acqua

……non fare il babbo non fare il babbeo visto che scrivi:

….l’aria è totale

*

siamo tanti atolli, esseri che si raggruppano
o si parlanotramite tran tran di messaggi

….men soli o più soli, ciò che si può, ma
….che succede quando qualcosa succede a modo propri

..ingorghi, bombe, morte, anelli di schiuma
..terremoti alias invisibilità

…..il maschio, crapa zeppa di spermatozoi

…..forza, dita sul piano, s’avvìa strappando

……riprende a cantar remota la pietra?
ripetente “senza tutto il mondo è niente”
….stelle risplendono per milioni d’anni

*

a volte l’amalgama c’è, non esiste il vuoto
fra le torme, esiste un loro esserci parziale

“lav oro parecchio ma sono pien di mali”
il mondo salvato dagli anziani
greppie giganti comunqueil lav il love

allora? in fondo a sto foglio ho calato disegni segni [astratto-concreti dove vai?
e o vie – di – mezzo (afferrabili scrivendone) fra il tutto [e l’io scrivente
..possibilità pozzi lolita o diagramma di svariati certi [pozzi

….(l’ambizioso obbligo di tale titolo “torme di tutto”

..riprese di disordine necessario:

*

Pasolini, al termine del suo esistere
snocciolava due embrioni immensi
Petrolio e la Divina Mìmesis
alteranti l’essere di generi vari
poematicità, miscelazioni appunto di
eterogenei letterari, interferenze, film

fermo come un osso sinché non si ferma

può muoversi addosso, sopracaricato
realismo in fuga e? genesi di forma
due sé nell’esteso e un pari Virgilio
un cielo, un ciclo, un circo non dimenticare
la geografia riempita, remoto sogno

vinceremo perché sembriamo più deboli

*

pensa come sarebbe, cosa diresti
che faresti, che finanche scriveresti

pensa cosa, come che sarebbe
l’entrata di un vero disordine lasciato parlare !
……mai fronteggiata angoscia tua mia

……l’entrata nel nostro specchio tratteggiato
…….di un vero disordine che può parlare !?…

*

Licenziato, una coppia che faceva male a nessuno
è entrata in un budello dell’inferno.
Così stiamo diventando miserevoli
sbadiglianti, rabbiati, spesso seduti
guardo i due piedi, son tuttora a letto.
Passa da una stanza all’altra senza
dir niente a me che le dico niente.

Il Mercato? un dio nuovo, prima non c’era.

….……Son così brutti che fan l’amore al buio

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).