Per Tomas Tranströmer (1931-2015)

da | Mar 28, 2015

Tre poesie di Tomas Tranströmer nella traduzione di Franco Buffoni.

LE PIETRE

Sento cadere le pietre che abbiamo gettato,
cristalline negli anni. Nella valle
volano le azioni confuse dell’attimo
gridando da cima a cima degli alberi, tacciono
nell’aria più leggera del presente, planano
come rondini da cima
a cima dei monti finché
raggiungono l’altopiano più remoto
lungo la frontiera con l’aldilà.
Là cadono
le nostre azioni cristalline
su nessun fondo,
tranne noi stessi.

*

SULLA STORIA

I

Un giorno in marzo scendo al lago ad ascoltare.
Il ghiaccio è blu come il cielo. Si spacca sotto il sole.
Il sole che bisbiglia in un microfono sotto la coltre di
…………………………………ghiaccio.
Gorgoglia e fermenta. Sembra che qualcuno sbatta un
………………………..lenzuolo, lontano.
Tutto questo somiglia alla Storia: il nostro ADESSO.
…………………Sprofondàti, ascoltiamo.

II

Congressi come isole volanti così prossime a
……………..precipitare.
Poi un lungo di compromessi tremanti, dove
tutto il traffico deve passare, sotto le stelle.
Sotto i volti pallidi dei non nati
scagliati nel vuoto, anonimi come chicchi di riso.

III

Nel 1926 Goethe viaggiò in Africa travestito da Gide e
………………………………vide tutto.
Alcuni volti diventano più chiari per ciò che vedono da
………………………………morti.
Quando le ultime notizie dall’Africa furono lette
apparve una grande casa con le finestre oscurate,
tutte tranne una – e là si vedeva il volto di Dreyfus.

IV

Rivoluzionari e reazionari vivono insieme come in un
………………………..matrimonio sfortunato,
formati gli uni dagli altri, dipendenti gli uni dagli altri.
Ma noi che siamo i loro figli dobbiamo liberarci.
Ogni problema vuole la sua lingua.
Segui le tracce della verità come un segugio!

V

Fuori, sul terreno non lontano dall’abitato
giace da mesi un quotidiano dimenticato, pieno di
………………………………avvenimenti.
Invecchia con i giorni e con le notti, con il sole e con la
……………………………..pioggia,
sta per farsi pianta, per farsi cavolo, sta per unirsi al
……………………………….suolo.
Come un ricordo lentamente si trasforma diventando
……………………………………te.

*

MARZO ’79

Stanco di tutto ciò che viene dalle parole, parole ma
…………………………non linguaggio
mi recai sull’isola innevata.
Non ha parole la natura selvaggia.
Le sue pagine non scritte si estendono in ogni direzione.
Mi imbatto nelle orme di un cerbiatto.
Linguaggio ma non parole.

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).