Se ripenso…

da | Ott 27, 2018

Se ripenso al mio lavoro, mi sembra che il tema più ricorrente sia quello dell’aggressività con il suo corteo di corollari, mimetismo e fraintendimento. Il problema del male mi appare come simmetrico rispetto al bene, suo opposto, inevitabile ombra e controfigura.

Un moralismo di marca lombarda, che farei coincidere con una sorta di accettazione degli avvenimenti, destino difficilmente modificabile dagli sforzi umani. Un destino in qualche modo già segnato ma dove i segni non appaiono chiari.

Sono spesso ricorso a figure di animali, nostri compagni di viaggio. Costretti come sono ad agire allo scoperto, gli animali permettono a chi li studia una osservazione realistica.

In una simile prospettiva gli attori sulla scena appaiono mossi da una oscura volontà che li trascende. Recitano fedelmente la loro parte ma, come diceva delle api un celebre naturalista, quello che c’è di più meraviglioso è che nessuno di loro «sa quello che fa».

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).