Non ci sono parole per descriverlo

da | Dic 24, 2017

Come divampavano quegli incendi che non esistono più, come peggiorava il clima, come svaniva l’ombra del gabbiano senza lasciare traccia. Era la fine di una stagione, la fine di una vita? È stato talmente tanto tempo fa che pare non sia mai esistito? Cos’è in noi che vive nel passato e ha nostalgia del futuro, o vive nel futuro e ha nostalgia del passato? E che importanza ha se la luce entra nella stanza dove dorme un bambino e la madre che si sveglia, aprendo gli occhi, desidera sopra ogni cosa che ciò che non è in grado di nominare infonda in lei l’opposto del risveglio.

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).