L’ora della rappresaglia

da | Mar 14, 2017

Poesie inedite.

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QUALE EFFETTO PUÒ PRODURRE SAPERE

che noi non entreremo nella Storia?

È che lo status quo ha la pelle dura

si riparano vetrine e facciate

L’essenza dell’azione è la presenza

per questo ci fa bene riconoscerci

Io sono dei vostri come te e lei

puntiamo le canne contro i maestri

se in quei palazzi ci fanno più male

che nei cieli i loro oscuri cecchini

Eccoci nudi piccoli e rabbiosi

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L’ora della rappresaglia

I.

Nel vagone c’è un tanfo di bestia una collega
mi dice che giocano con lei come coi Lego
vale a dire che la spostano e senza tregua
le danno compiti così urgenti che il suo ego
le serve solo a vomitare un’immensa pena
«Non assumono» aggiunge e tra i denti e la sua cena
sento l’odore del rischio La mia compassione
è vana non posso rimpiazzarla e ha ragione
a spazientirsi: «La tua miseria mi annoia
Almeno io mi impegno» «E questo ti dà gioia?»

II.

Il camion della fornitura arriva all’alba
col suo gas francese che sputa nel viottolo
e a mo’ di avvertimento lascia andare un rutto
interminabile mia moglie trema e si allarma
(due tappi alle orecchie servirebbero) Vedrete
cosa si fa nel settore pubblico Vedrete
gli svariati sensi della collaborazione
Servitù Scambio Consorzio il ruolo peggiore
nella guerra al cittadino e infine l’Unione
Vedrete che vuol dire essere così tanti
sottomessi alla dittatura dei contanti
Gli interventi polizieschi sono cifrati
Si smazzano i disoccupati i pazienti gli altri
quelli in coda ai fast-food che si strafogano
spingendosi come porci collaborano
oppure a mente fredda scaricano sugli altri
Per il futuro del paese si decostruisce
il solitario parassita l’impiegatuccio
Non è certo un complotto ma è l’élite che sancisce
dà una risposta irrevocabile al vostro cruccio
Il paese adotta dei modelli nella norma
è la gestione che attacca il corpo con la forma
Fuori la gente estenuata dalle folli offerte
abbandona quanto costruisce e si converte

III.

Ammmirate ad esempio il management a Wal*Mart
«Coraggio! Euforia! E che gli altri vadano via!»
In caso di ferite è pronta un’altra mansione
ma non è il caso di passare in infermeria
col rischio di rallentare il ritmo In riunione
si riporta al dirigente che una tipa smette
di sorridere e non balla bene sul nome
di Wal*Mart se rifiuta di scuotere le tette
per mimare la stella del logo e si offende
Vedete come la speculazione si prende
la vita nel fisico dei suoi sudditi granchi
pescati nel mucchio di studenti in scienze e arti

IV.

Il rosso significa che sono stufi marci
è sugli stendardi le sciarpe sui colli alti
le giacche a vento lo stesso colore scarlatto
è nella collera del contribuente nell’atto
di unirsi ai cortei Ma non grida più i suoi motti
folkloristici forse invecchiati o già morti
Non ha più voglia che la Storia si riproponga
nessuna voglia di alzare il tono fare l’onda
Ma sorridere comprare salsicce alla griglia
ai compagni venuti a sostenere la marcia
annuire lasciarsi convincere alla Bastiglia
da una Francia in pensione che siamo operai
siamo tutti dei poveri piccoli operai
Perciò seguo i passi di quei signori e signore
coi figli e i loro genitori militanti
dal secolo scorso sempre uniti nel fulgore
delle belle bandiere coscienti ancora in tanti
che questo metodo è persuasivo e della classe
che rappresentano È la fine delle masse
ma sono qui coi capelli radi e li accompagno
perché è tempo di incarnare l’antico sogno

*Multinazionale americana, gigante della grande distribuzione.

Immagine: Anish Kapoor.

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).