L’algebra oscura – Poeti argentini contemporanei /2

da | Mar 13, 2015

Traduzione di Emilio Coco.

***

da Canto errante (Buenos Aires, Tsé-Tsé, 2002; Madrid, Amargord, 2011)

Non so quanti sogni fa iniziò questo viaggio
riva del sole ……… riva della morte
Come un velo affonda all’indietro nella memoria
apprendista d’esilio
oh specchio, luna di malaugurio
Da quale monte chiederò alle acque il cammino
riva del sole ……… riva della morte
Il tempo si è fermato
……………………… e tuttavia
ci sono verbi che accadono
ieri un pioppo ……………… forse domani un salice
Attraverso la sera come la spessezza bianca del latte
Dalle coste mi allungano le braccia ….un cieco
……………………………… un monaco
…………………………………. una bambola

IO AVEVO PROFETIZZATO LA PERDITA DEL REGNO

Io avevo visto sfilare le barche della follia
Io avevo visto il gesto eccelso dei sacerdoti dell’ozio

Viscere degli avvoltoi, voi
mi avevate svelato la distruzione del tempio

Ma
chi ascoltò
Non ebbe a Toledo né ad Alessandria luogo
la nera lingua del vate

Io avevo profetizzato la morte degli dei

Ma
chi ascoltò

*

Lacrime di sangue
risa senza denti
per un fiume di fuoco va la nave

Furono saccheggiati gli altari
e le foglie confuse dai venti
e i cani sibillini tentati dall’animale profano
e dall’alimento
e il talamo
e il SILENZIO

Qualcuno scagliò il Verbo dall’alto della torre
La torre sta ardendo

Qualcuno disseppellì i cadaveri della mia voce
…………………………….. i corpi
…………………………….. i nomi
la terra sta ardendo

Qualcuno scagliò la luce il canto
l’oceano sta ardendo

Padre
………. Padre

Un bambino demente è uscito dal mio corpo
e mi ha dato
………………una cetra per destino
e per scettro ……… i frantumi di uno specchio sull’umido
………………………..dorso del serpente

(oh luna di malaugurio)

*

Sai
Non lo saprai

Hai modellato una corona di frutti perversi
e hai cinto con essa la mia testa

Principe
La perdita
……..ha scelto la tua età …..come porto riparato
e l’ora della tua sete come naturale ristagno

Hai rubato il manto dipinto della sposa
e di porpore e d’ori mi hai coperto
……………………..(oh mentita perla
…………………………..la parola)

Sai
Non lo saprai

E hai infilzato diamanti per i miei piedi scalzi
e hai stagionato mieli al sole per il mio corpo

Una canzone monotona al posto della battaglia
un ferro acuto e duro al posto della canzone…
È inutile rannicchiarsi nell’antica valle
È inutile tastare la brace
………………………………Agnello
Non brilleranno per te le cupole dorate dell’Abisso
Non c’è rifugio né gregge

Non lo saprai

E hai gridato
e hai celebrato secondo la tradizione il rito
e lo hai dato per morto

……………..(Notte
………………..niente ti si nasconde
………………….niente neghi
………………………..Vecchia
…………………………..Conceditrice)

E ti sei finto

Ma
Non lo saprai
È ben altro il sentiero
……………….se c’è ritorno

… Piedini

*

Allora, io ero io come un uccello
allora io ero io come un volto
come una voce come la tormenta
e gli alberi davano frutti come ventri
o ardevano secchi come la pelle dei morti.
Allora io ero io come una verga e la luce
e la terra erano montagne erette o dirupi
la Valle e la Via Lattea
………………….e io ero io l’orizzonte.

Allora
chi mi rubò l’ombra chi
mi strappò la terra la mia terra, la quiete promessa
il mio volto nel lago riflesso
allora chi divenne io e io non potevo
perché io ero una stella che s’infrange
allora divenni l’abbandono l’esilio
Allora divenni Morte, la Morte
divenni
…………..tutte quelle che siamo
e devastai e devastammo

e devastai e devastammo in cerca della Maschera
……………………………………..del nome
e devastai e devastammo in cerca della Pietra
e solo ci fu un silenzio come un pianto di bimbo
come un fulmine
come una rete ondeggiante
e un vuoto come unico spazio
……………………………..come regno

Allora divenni acrobata e cieca
e devastai devastammo
e la prima cosa
non fu la luce né lo sbadiglio
ma
una corona di sterco per il pellegrino

***

da La notte e le parole (Buenos Aires, Bajo la luna, 1996)

Boredom

Tedio
quando si acquieta il giorno.
Come quando un fiume si acquieta
e sveglia
………..il cullato dal fiume.

Il sussurro dell’acqua
che se ne va
…………….assordata:
Vocio–non voce
Non iride–nebbia.
E più indietro il vuoto.
Luna
………..di metallo immalleabile
dove niente s’incastona
……………né s’iscrive.
Tedio
……………….come un regno.

Fino a ricuperare
………………l’abitata
condizione del silenzio.
Come quando
……………si acquieta il fiume
e il cullato dal fiume
……………alla fine si sveglia
o per la prima volta
……………ricorda e vede
ancorate nelle rade della notte
le tartane del sogno.

*

La notte e le parole

Alla luce delle candele
le parole
andavano perdendo ogni realtà
quel po’ di peso che trascinano nei loro orli
come pendono dalle esse
di ferro le bestie e le loro mosche.
Affabulazione
………………..– quasi una menzogna.
Il tintinnio rozzo della latta
adulatore del vuoto.
Mascherata
……………….– quasi una menzogna.
Anelli di fumo come anime
si portano il respiro
di un entusiasmo esangue
senza voce e senza ieri.
Nebbia
polvere
niente
Ciò che è volatile.
Come sostenersi
……………….nell’ignominia?
L’inanità di dire
solo parole
mare baffo bingo azzurro campi caverne
anelli libricolazione
………………………treno
…………………………..spada

Niente è niente.
Stringersi gli occhi fino
a che l’azzurro
colmi il ventre del bicchiere
– Prendi, bevi.
E brindiamo a tutto. E dai
credito al silenzio. Prendi,
eccolo.
L’inanità di dire
solo parole
culla ampliamento tribù prato
estudiantina fossato
…………………..colofone
Un buco
ventilato
dalla ginnastica felice del pronunziare
l’eco di un passato
– il colpo di coda finale
del corvo
……………contro la sabbia secca.
Fegato
Avere fegato
Sosteniamoci
……………nell’illusione della LUCE
le parole
moriranno lontane
forse nel meandro
dove il desiderio abbraccia la memoria
davanti allo sguardo sonnambulo di un altro
…………………indifferente o mordace.
– Non c’è trama – dissi –.
Non c’è intrigo né finale.
Solo il ritorno. Non c’è
impalcatura possibile. La notte
tuttavia
si sostiene.
Contro ogni gravità, la notte
si sostiene.
Inevitabilmente
…………………si sostiene

Hugo Mujica, Cuando todo calla – Poeti argentini contemporanei /1

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).