La piantagione

da | Set 12, 2018

Ogni punto in quel bosco
era un centro: tronchi di betulle
che spettravano il tuo percorso,
improvvisando anelli magici

ovunque ti fermassi.
Anche se camminavi in linea retta
facilmente percorrevi un cerchio,
con funghi velenosi e tronchi

ripetuti all’infinito.
Ci ripassavi?
C’erano bleyberries che imbottivano il suolo,
i resti carbonizzati di un nero fuoco,

li trovavi una volta
e di sicuro li ritrovavi.
C’era sempre stato qualcuno
anche se eri sempre solo.

Amanti, birdwatcher,
campeggiatori, zingari e vagabondi
lasciavano qualche traccia dei loro affari
o escrementi.

Così avvolgendo la strada
invitava chiunque venisse
al silenzio sensuale
del suo mormorante mulinio,

dei suoi confini delimitati,
così pensavo, da fuori.
Saranno stati grati
per il ronzio del traffico,

se si avventuravano dentro,
passata la zona dei picnic,
o cominciavano a rievocare
storie di nebbia in montagna.

Dovevi tornare indietro
per imparare come perderti,
guida e disperso – strega,
Hänsel e Gretel in uno.

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).