Cerco da tempo di vivere qui,
in questa stanza che fingo d’amare,
tavolo, oggetti quieti, la finestra
che in fondo ad ogni notte apre altri verdi,
e il cuore del merlo che batte nell’edera scura,
punti di luce sulle macchie d’ombra.
Anch’io cerco di dirmi: «L’aria è dolce,
sono a casa, la giornata sarà buona».
C’è solo, in fondo al letto, questo ragno
(si sa, è il giardino), che non ho abbastanza
ucciso, sembra stia tessendo ancora
la trappola al mio fragile fantasma…
Intérieur
Il y a longtemps que je cherche à vivre ici,
dans cette chambre que je fais semblant d’aimer,
la table, les objets sans soucis, la fenêtre
ouvrant au bout de chaque nuit d’autres verdures,
et le cœur du merle bat dans le lierre sombre,
partout des lueurs achèvent l’ombre vieillie.
J’accepte moi aussi de croire qu’il fait doux,
que je suis chez moi, que la journèe sera bonne.
Il ya juste, au pied du lit, cette araignée
(à cause du jardin), je ne l’ai pas asez
piétinée, on dirait qu’elle travaille encore
au piège qui attend mon fragile fantôme…
Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).