Il roc

da | Dic 13, 2016

Il roc

….Ecco mamma e papà che lasciano
Damasco, le strade che conoscevano,
la forma familiare del cibo, il giornaliero
bollire e raffreddarsi del latte fresco,
la misura del tempo attraverso i suoni della moschea,
lo stridore delle pesanti persiane di legno. Quanti
lì a casa non avevano il telefono si staccarono
dal disco del loro nuovo mondo: l’uomo col carretto dei
[pomodori,
Fat’na la Pazza la Donna Capra,
tutti i custodi della porta
che si lasciarono alle spalle

….Qui stanno attraversando il mondo,
issando tutto ciò che sanno come una vela,
approdando nello Utah. Marzo 1971.
Non sanno nulla
dell’America: come fare
la spesa o aprire un conto in banca,
come arriva il latte, bottiglie
di vetro sottile latta tintinnante,
cosa “ci puoi scommettere” o “sicuro” significavano
nel vero inglese parlato, al di fuori
dei loro libri di grammatica londinese così spiegazzati,
così accuratamente sottolineati. Era come se,
diceva mia madre, un uccello mostruoso
li avesse afferrati e lasciati cadere
in un fantastico terreno lunare

….Ecco mia madre che studia
le istruzioni per l’uso
della lavatrice a gettoni,
che ci iscrive all’asilo,
che registra le lezioni al college così
da poter ascoltare, riascoltare, decodificare
il flusso di fonemi stranieri in parole
Lì sta ripiegando il foglio d’alluminio, facendo bastare
i pochi soldi per tutto il mese, trasformando
giocattoli da dieci centesimi nei nostri tesori
di Sinbad

….Ecco mio padre che scommette i risparmi
di una vita su un unico semestre della scuola di [specializzazione
Lavora duramente, ha successo in classe
e il giorno prima che l’ultimo dollaro
dei risparmi di una vita sia speso, con l’affitto da pagare
e l’America che costa più di quanto avesse immaginato,
più di quanto si possa risparmiare in una vita intera in Siria,
entra nell’ufficio del direttore del dipartimento
e il direttore gli dà un incarico di insegnamento
Altri nativi amichevoli danno chiarimenti sui buoni pasto,
sugli alloggi studenteschi, su come non pagare al dettaglio,
e aiutano i miei genitori a trovare merce
a buon mercato

….I pellegrini erano così contenti di essere sopravvissuti
a quel primo semestre nel nuovo mondo,
che festeggiarono. Quella è mamma
che ride della strana forma del pane
C’è papà che solleva il caffè del nuovo mondo
nelle sue buffe scatole a strisce. Quelli siamo noi,
piccoli, senza peso, barcollanti per la vertigine
del viaggiatore
appena approdato

….Eccoli, mamma e papà, che telefonano
a casa, dove i parenti si riuniscono intorno
alla trasmissione come se provenisse dalla luna.
La telefonata in Siria era solo
per eventi epici. La linea pulsa
per il battere di enormi ali.
Gridano e gridano nel ricevitore
come se l’altro capo fosse a mille e una
epoca di distanza. Un artiglio spinoso
scava nella roccia.

1998

Vorrei averti incontrato ad Amman

Vorrei averti incontrato ad Amman
Sai che sono rimasta ad aspettare
nell’anfiteatro sin dal tempo dei Romani?
Un poeta, Khidr, una donna o un uomo
Una musica proveniente dal paradiso come dall’inferno

Sai che ho raschiato il cancello
ripetutamente e lasciato che il gelsomino si attaccasse
per percorrere la città di Philadelphia, per scrutare
i cieli e le strade alla ricerca di – non so, un segno
Vorrei averti incontrato ad Amman

Sono andata alla ricerca di un Cananeo
o di un prete della città di Ur che mi conducesse per mano
attraverso qualche indicibile, antico rito caduto in disuso
nella ferita aperta di una verità pagana
per credere o non credere con te, dio o uomo –
Vorrei averti incontrato ad Amman

1998

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).