I miei occhi implacabili che sono
sempre limpidi pure quando piangono
Amicizia non vale ad ingannare.
Quando parliamo troppo forte o quando
d’improvviso taciamo tutti e due,
vedono essi il male che ci rode.
Col rumor della voce noi vogliamo
creare fra di noi quel che non è;
quando tacciamo non sappiam che dirci
ed apre degli abissi quel silenzio.
Allacciarci non giova con le braccia
se distinti restiamo ai nostri occhi.
A ingannarli non vali neppur tu,
Dolore. Quando allenti la tua stretta,
il mio padre e la mia sorella anch’essi
s’allontanano paurosamente.
Certe volte vedendo una bestiola
che lecca una bestiola e gioca seco,
mi morde il cuore una crudele invidia.
Con gli occhi vedo che mi sei negata,
gioia di voler bene a qualcheduno.
Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).