Cinque poesie di Maria Rosaria Valentini da E il sonno non ha buio, introduzione di Nadia Terranova, Perrone, 2019.
A volte arrivo a sbirciare dal buco della serratura per
impallidire.
E trovarti come ti conosco: liquida, tonda. Madre.
*
D’opale l’ombra
dove ritrovo
sigilli smarriti
e parole in volo
da giocare a morra
urlando nell’aria
cifre d’amore.
*
Forse di notte.
Forse domani a rivendicare luce, senza vergogna. A
cercare nido dentro a una nube. Forse di sera è meta
ogni preghiera. E figurarsi la pace costa un niente.
*
Il tempo è quello che è.
Sorridere è roba per vecchi che hanno dimenticato
ogni inganno e si fanno una tana nel tempo: quello
che è.
Allora se ne fregano della gente che corre, dei nidi di
rondine, delle fessure dentro a un intonaco.
Della pelle del lago.
Immagine: Laure Prouvost.
Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).