Dal diluvio. The Atom, One World

da | Dic 22, 2015

Le sei sequenze del testo che apre la sezione “Dal diluvio” di “Geòdi”, l’ultima raccolta di Tommaso Ottonieri da poco uscita per Aragno.

1.

sul nero ghiaccio d’una piaggia…..giacendo lava solida
………piaga o geyser nelle fini dei mondi
……………………………….posseduti
per l’attesa dell’onda di risacca…..in sepoltura l’acqua
…………………………………………è il peso
……..del fuoco perpetuo delle nevi
………………………..di fango pietra è ululo e serpe
………………………………………………..e scava
dal ventre i monti a spegnersi
……………………….ai campi senza frutto
……………………………………….lo spacco dentro
……..del canale……inaridito
…………………………………terrea solca la ruga
di tuberi e radici

……il suo incavo……il nucleo vuoto……il bagliore

…………….il bruciore estinto del raggio
fitto nella terra……….il carbone dei salici
…………………sugli argini che nulla più contengano

………se non il vento, fermo
…………………………..il gelo
…………………………………scrosciato dalla zolla
…………..senza suono la ferocia
………………………………dei canti d’insepolti
schiumando a galla
……………………..il nemico
……………che assedia senza corpo…..l’inerzia
…………………di tutto quello che vola
……………………………………..da destra e
…………………da sinistra
………………………..e gli altri pesci
………………………………..nel nubifragio di scaglie

………………………..l’esplodere invisibile degli atomi:

2.

per la tempesta di squame…..luce esplosa di lame
…..respiro breve per l’onda che si scheggia
sciolta la furia degli dèi fluviali

…..città sommerge…..torri campanarie
e alti i gorghi ovunque ne volteggiano
…..si scagliano alle guglie ed ai crinali
e tumefatte dita sul nuovo fondo arpeggiano

…..nell’acqua occhi spalanchino Nereidi
a scorger tra vetrine lo scorrere di squali
…..e infrante…..e il riacquattarsi sotto i più ampi rami
delle foreste congelate d’echi:

3.

Yll per sua coda è un’ypsilon

……………ira d’ilari incognite

…..preme di prora e pullula

……………latra di lampi liquidi

…..stella spume di spiriti

……………ovunque, e offusca,
…………………………..e ordina:

……….non conoscerai luce che non spenga –
……………non conoscerai porta che non chiuda:

4.

“E cavatisi dalla terra
cacceranno via dal mondo
tutto quello che è vivo:

“Corpi senz’anima
di lor stessa inerzia
dalla propria generano
nuove innumerevoli morti:

“Dal cielo rovine nuove
venute in volo a stormi,
dal cielo fuggissero le fiamme
come se scagliate dal suo sommo:

“E le macerie degli altissimi palazzi
levando polveri tra le gole delle città:
acqua poi ringorgata acqua
acqua a turbine in polvere di fumo
nuvole a lastre contro i viluppi degli scrosci:

“E con retrosi revertiginosamente
sui bersagli diversi percuotendo,
riverberata in aria la sua schiuma di fango
crollata acqua al rifrangersi
inversa su nell’aria
come onda percuote:

“Revertiginosa dunque:

“Ritrosi di venti, rimulinata pioggia,
rami e alberi mescolati all’aria:

“Aria metallica a centrifuga,
acqua sui bordi dell’aria,
scuotersi riverberanti venti,
aspirante turbine innestato dell’aria:

“Immensi si vedevano lastroni di lamiere,
barconi carichi di viventi,
che l’impeto dei venti revertiginosamente
mulinassero lontano per chilometri:

“Per l’inghiottirsi remotissimo nei cumuli
di nuvole in un fragore invisibile d’impatti
nella spirale di corpi e di lamiere,
e dei relitti, dei ghiacci e delle polveri:

“E non il moto d’aria,
ma il moto delle cose
portate da quel moto
è quello che appare
nella sentita trasparenza:

“I cadaveri già levificati si levavano allora
dal fondo delle acque, nel moto delle onde:

“E si sbattevano l’uno contro l’altro
come palloni rifrangendosi,
rivoltandosi, in un clangore sordo:

“Vento, oscurità,
forze dei mari, diluviare, acqua, acqua,
incendi lungo il bordo,
nubifragi, maremoti, petroli,
rovine grandi, città rovesciate già radendosi al suolo:

“Venti revertiginosi carichi di acqua,
tronchi d’albero, carcasse d’auto,
sportelli di elettrodomestici, stormi di manichini in posa,
groppi di umani ululanti sull’aria:

“D’asfalti branchie fatte a pezzi dal vento,
indistinguibili dalla gente che vortica assieme ad essi:

“E bagliori cupi filtranti dalle nuvole,
a rischiarare le superfici d’una luce che è più vera:

5.

(di molti fiumi e lave sotto il derma
……….e spechi e serpi stagni code rupi
travolte le materie in sé sommerse,

……….ché l’aria per condotti sotterranei
gira da un lato della massa e in brividi
……….comprime le cataste dei suoi specchi,

precipiti le placche in noi s’inclinano
……….per battito di ciglia, per un fluttuare d’acque
divelti i cavi al fondo si scompigliano,

……….d’un turbine s’allarga atra voragine
acceso un baratro a fiore della pelle
……….si sfiata da spelonche, risquarcia cartilagini,

rovescia gli argini incerti delle arterie:

6.

………………..le labbra al freddo
………………………………….al sasso
………………….la piaga il denso………..il pallido
..peso passo il muschio…..grondare d’acqua…..il tempio
……..scarica ire divine…..nel brivido…..lento…..i [gradini
da scalare il diluvio il gorgo d’alga..senza limitele navate
…………scavando il nucleo d’un mondo sommerso e noi,

noicontro le rapide scrosciate dei genomiil fragore [noi
…..del codice che annega…..di silice
…..la scheggia noi il sibilo…..che affonda nella pelle noi
labbra…..poggiando…..a striscio nella richiesta di grazia
..le voci stillano sul grezzo della lapideperle inghiottite
dall’attrito di spasimo il vagito noidella specie che [soffoca
…………………contorta giace nella melma del diluvio:

……….altro da spingerci dietro le spalle avemmo
una gran madre la cava da cui trarne…..le ossa…..madide
fitte pietre dal suo corpo di terra come ossascariche di
selci a scheggia salite dal costato…..questo
…………………………………….avemmo da scagliare
…..dietro noi…..e vive pietre fondono all’impatto
del grasso della terra…..del lievito del limo
………………silicio liquido dalle argille alle arterie:

…..perché di fango elettrico si plasmi una progenie
………d’uomini e mostri e dèi e anfibi….e [accoppiamenti
…..senza rete a perdersi
…………………..d’ogni seme fecondo delle cose
………..per la gonfia palude delle forme
…………….nell’onda dello specchio immaginale,i fili
tesi
…………….del suo cuore
…………………………..di scintilla

Immagine: Lia Pascaniuc, Liquid.

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).