Cristales en el tiempo

da | Ott 3, 2017

Sei poesie, nella traduzione inedita di Franca Mancinelli, dalla raccolta Cristales en el tiempo (Huerga & Fierro Editores, 2017).

Posto crudele per una domatrice di ventagli

lei veniva dal freddo
non la spaventava la sedia di vimini
il suo schienale curvo

con la stoffa e il suo codice antico
catturava il vento
lo distribuiva
in corte raffiche che si chiudono
al ritmo delle stecche

lei veniva dal freddo
coperta di grasso
di qualche animale con le budella fuori

per questo le sue gambe,
da un capo all’altro,
da un estremo all’altro

erano forbici

la casa
la gatta,
i mobili,
il ventaglio
che non ho,
i 3 balconi che ho

li stava tagliando

in un aprire e chiudere di passo,
passi alti per tracciare impronte

dopo tutto fu gesto
ombre cinesi

il desiderio è ora una fisarmonica di carta
che si nasconde nelle sue mani
in pieghe che non si chiudono

il desiderio è una fisarmonica di carta
che a intervalli stride

*

Asiento cruel para una domadora de abanicos

ella venía del frío
no le asustaba el asiento de mimbre
su respaldo curvo

con la tela y su código antiguo
capturaba el viento
lo distribuía
en ráfagas cortas que se cierran
a ritmo de palillos

ella venía del frío
cubierta de grasa
de algún animal con las tripas fuera

por eso sus piernas,
de punta a punta,
de extremo a otro

eran tijeras

la casa
la gata,
los muebles,
el abanico
que no tengo,
los 3 balcones que sí

los fue cortando

en un abrir y cerrar de pasos,
pasos altos para trazar huellas

luego todo fue gesto
sombras chinescas

el deseo es ahora un acordeón de papel
que en sus manos se esconde
en pliegues que no cierran

el deseo es un acordeón de papel
que a ratos chirría

***

Il ghiacciaio si ritirò in una punta,
in un angolo di se stesso,
e imitando un racconto antico
invocò una fessura, la più profonda,
si guardò di traverso
e domandò:
chi è ora
il più depravato?

*

El glaciar se replegó en una punta,
en una esquina de sí mismo,
e imitando un cuento antiguo
invocó a una grieta, la más profunda,
se miró de medio filo
y preguntó:
¿quién ahora
es el más pervertido?

***

Ogni giorno mi piacciono di più i manichini
le loro gambe salde e fibrose,
le loro labbra perfette
non molto sottili, non troppo grosse,
i loro visi uniformi quasi sempre dai capelli corti

labbra rosse sensuali

gli occhi nel punto esatto dell’infinito

vuoti e duri, freddi e duri

all’inizio della stagione rilucevano gambe
di lattice nero
braccia slegate dal corpo
sul pavimento
il torso nudo
tette ritte, appuntite,
pelle color carne o quasi bianca

le guardo attraverso il vetro, le fotografo
prima che le vestano

le desidero così: rotonde, vere.

*

Cada día me gustan más los maniquíes
sus piernas firmes y fibrosas,
sus labios perfectos
no muy delgados, no demasiado gruesos,
sus rostros uniformes de pelo corto casi siempre

labios rojos sensuales

los ojos en el punto exacto del infinito

vacíos y duros, fríos y duros

al inicio de temporada lucían látex negros
en las piernas
los brazos desencajados del cuerpo,
por los suelos,
el torso desnudo
tetas erguidas, en punta,
piel color carne o casi blanca

las miro tras el cristal, las fotografío
antes de que las vistan

las deseo así: rotundas, verdaderas.

***

Una donna in bianco
con tristezza di albero
svuotava gli occhi nel fiume

erano già macerate le pupille
nell’assenza dell’istante

della sua pelle, dell’osso,
dei suoi rami carichi
di balbettio

lei si espande verso l’acqua,
discende senza radici

*

Una mujer de blanco
con tristeza de árbol
vacía los ojos en el río

venían de antes maceradas las pupilas
en la propia ausencia del instante

de su pellejo, del hueso,
de sus ramas cargadas
de balbuceo

ella se expande rumbo al agua,
desciende sin raíces

***

Arriverai prima del mare. Lo so perché le onde tardano a esplodere, perché mancano pietre nelle strade. Il sole qui può essere brusco. Apparirai. Verrai portando l’acqua, spargendo la notizia del sale.

*

Llegarás antes que el mar. Lo sé porque las olas tardan en estallar, porque faltan rocas en las calles. El sol aquí puede ser abrupto. Aparecerás. Vendrás cargando el agua, esparciendo la noticia de la sal.

***

Ho una sensazione di mare negli occhi
acqua che da lontano viene a colpire rocce
con quel rumore sordo, una volta e ancora,
instancabile il flagello

l’odore di sale, il sapore del sale,
la sabbia che sputa e quel momento
in cui guardo trovando ciò che sono stata

un mare del nord a forma di ferro di cavallo

un mare calmo negli occhi dell’infanzia
che non arriva

li chiudo, li apro,
le onde continuano fuori.

*

Tengo una sensación de mar en los ojos
agua que viene de lejos golpeando rocas
metiendo ese ruido sordo, una y otra vez,
incansable el azote

el olor a sal, el sabor a sal,
la arena que escupe y ese momento
en que miro encontrando lo que fui

un mar del norte con forma de herradura

un mar quieto en los ojos de la infancia
que no llega

los cierro, los abro,
las olas continúan fuera.

Immagine: Opera di Giuseppe De Siati.

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).