Coleridge, Tutto il mondo di ombre

da | Gen 20, 2019

Cinque versioni tratte da Samuel Taylor Coleridge, Tutto il mondo di ombre (Poesie 1791-1834), traduzione e cura di Edoardo Zuccato, Elliot, Roma, 2018.

Questa pergola di tiglio, la mia prigione

Beh, se ne sono andati e io resto qui,
questa pergola di tiglio la mia prigione.
Dissolte bellezza e sensazioni dolci
da rammentare, anche quando i miei occhi
saranno vecchi e ciechi. Intanto loro,
gli amici che forse non rivedrò,
fra il brugo flessuoso in cima al colle
vanno felici, e scendono, chissà,
nella valletta sonora di cui scrissi:
valletta fonda, stretta e fitta di fronde,
macchiata appena di sole a mezzodì,
dove il frassino flessuoso da roccia a roccia
si slancia a mo’ di ponte, privo di rami,
umido all’ombra, con qualche foglia gialla
che mai trema nella bufera ma trema
sbattuta dalla cascata! lì ammirano
gli amici le scure file di felci svettanti
che a momenti (colpo d’occhio fantastico)
gocciolando si piegano sotto il bordo azzurro
della roccia gocciolante.

……………………Ora tornano gli amici
sotto il cielo senza fine e rivedono
il sentiero punteggiato di campanili
fra campi e prati in collina, e il mare
con le belle vele di qualche barca che accende
la striscia di azzurro terso fra due isole
d’ombra viola. Sì, camminano ancora
felici, tu però più di tutti, io credo,
mio buon Charles! Assetato
com’eri di Natura, così a lungo
rinchiuso in città, facendoti strada
triste e paziente fra pene e dolori
e strane disgrazie. Sole glorioso,
scendi calmo dietro il crinale a ponente.
Splendete rossi sulla brughiera, voi fiori,
nei raggi obliqui del tramonto; e voi nuvole
incendiatevi ancora di più. Boschi lontani,
ravvivatevi di luce gialla, e tu Oceano
accenditi azzurro! Così l’amico mio
si riempirà di gioia come feci anch’io,
trasognato e muto, sì, osservando attorno
quella vastità, finché tutto sembra
di materia più sottile, e di quelle tinte
di cui si veste lo Spirito Onnipotente
quando dal nostro spirito si fa sentire.

…………………………….Gioia
mi riempie subito il cuore, contento
come anch’io fossi lì! Né in una pergola,
questo tettuccio di tiglio, mi è sfuggito
ciò che mi dà sollievo. Chiaro nel bagliore
è il fogliame trasparente, così guardavo
grandi foglie luminose ammirando
l’ombra di gambi e foglie che sopra
screziavano la luce. E il nocciòlo
splendeva di colore, e radiosa
era la vecchia edera, massa nerissima
che qui davanti soffoca gli olmi
facendo rilucere i rami scuri
a fine crepuscolo; e benché il pipistrello
silenzioso svolazzi e le rondini tacciano
tuttavia canta l’umile ape solitaria
sul fagiolo fiorito. Ora so, la Natura
non abbandona i saggi e i puri,
nessun luogo troppo piccolo per lei,
niente troppo vuoto e scadente
per i sensi, che in cuore non risvegli
bellezza e amore. E a volte è giusto
esser privati di un bene promesso,
così che l’anima s’innalzi e contempli
con viva gioia le gioie inattingibili.
Mio buon Charles, quando l’ultimo corvo
tornava dritto a casa nell’aria scura
del crepuscolo, lo benedii, pensando
all’ala nera (un puntino, ora dissolto nella luce)
che tagliava il bagliore espanso del Globo
mentre tu guardavi; o quando nella quiete
ti gracchiava sopra lasciandoti incantato,
mio caro Charles, tu che non trovi
dissonante nessun suono della vita.

*

Fedeltà a un oggetto ideale

Poiché tutto quanto si aggira
nel campo della natura
cambia rotta o svanisce,
perché la sola costante
in un mondo di mutamento
dovresti essere proprio tu,
Pensiero struggente
che vivi solo nella mente?
Richiama le Ore che giocano lontane
come le fate dei giorni futuri,
caro Pensiero! Neppure una
in quel luminoso sciame
spargerà su di te il suo respiro
vivificante, finché come estranei
che si riparano da una bufera
disperazione e speranza si incontrano
sotto il portico della morte.
Eppure tu sei un’ossessione,
e anche se vedo chiaramente
che lei non è te, e tu sola
sei lei, tuttavia, proprio come
se un caro bene incarnato,
un amore vivente mi stesse davanti
rispondendo con lo sguardo
pronto a prestare orecchio,
con te mi lamento e dico:
“Ah, diletto amico! Sia questa
la ricompensa dei miei sforzi,
una casa, una casa inglese, e te.”
Ripetizione vana! Tu e la casa
siete una sola cosa.
Il cottage pieno di tranquillità
su quale la luna brillerà,
cullato dal tordo e risvegliato
dall’allodola, senza di te
sarebbe una barca in bonaccia
il cui nocchiero sull’oceano vuoto
e immenso siede pallido e muto
al timone marcescente.

E tu non sei nulla? Tu sei
come quando all’alba d’inverno
il boscaiolo che risale una valletta
a occidente, in cui sull’intrico
di tracce del gregge il nevischio fitto
crea foschia rilucente,
si vede davanti, senza che lasci traccia,
un’immagine con l’aureola
intorno alla testa. Innamorato, il villico
ne venera le belle sfumature
senza sapere che è lui a creare
l’ombra che insegue.

*

Lavoro senza speranza

La Natura pare tutta all’opera. Lasciano la tana
i lumaconi, le api fremono, battono l’ala
gli uccelli e all’aria aperta l’Inverno assonnato
reca lieto in volto un sogno di primavera!
Solo io sono un essere inerte e non faccio
miele, né canto, m’accoppio o costruisco.

Eppure conosco le rive degli amaranti in fiore,
e le fonti da cui il loro nettare scorre.
Fiorite, amaranti! Fiorite per chi potete,
ma non per me! Scorrete via, gonfi ruscelli!
Con labbra smorte e privo di allori incedo.
Sai che incantesimo mi ottunde l’anima?
Senza speranza, il lavoro butta nettare nel setaccio
e la speranza non vive senza un oggetto.

*

ΕΡΩΣ ΑΕΙ ΛΑΛΗΘΡΟΣ ΕΤΑΙΡΟΣ

In molti modi il cuore colmo rivela
la presenza di amore che vorrebbe celare;
ma in molti di più il cuore estraneo svela
l’assenza d’amore che cerca invece di mostrare.

*

I Paesi Bassi

Acqua e mulini, verde ovunque, verdi isolette,
salici con il tronco di fianco all’ombra
della propria chioma, acquitrini fitti di salici,
cascine come all’ancora e sul cielo di terraferma
guglie che bucano la nebbia –
acqua, acqua vastissima, verde ovunque e sponde verdi
e acqua vista

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).