Nato il 28 novembre 1907 a Roma, in Via Sgambati (quartiere Pinciano), Alberto Pincherle Moravia scelse nel 1927 di firmare i suoi primi articoli col solo cognome di Moravia. Rivelatosi ancora giovanissimo con il suo primo romanzo ‘Gli Indifferenti’ (1929), che ebbe grande successo e sotto molti aspetti prefigurò l’esistenzialismo, Moravia ha lasciato un’opera vasta e sfaccettata.

La sua produzione si estende su quasi un secolo. Era iniziata negli anni ’20 quando in Italia si stava rafforzando il Fascismo, che a più riprese censurò i suoi scritti, e si è dispiegata, a molteplici livelli, sino alla sua morte. Moravia è stato una delle principali figure del ‘900, e non soltanto italiano.

Partecipò ai principali dibattiti del suo tempo. Per interessi, formazione e cultura, si proclamava ‘europeo’, se non universale. Ma Roma rimase sempre la scena di fondo della sua vita. Coi suoi libri – e coi film tratti dai suoi romanzi, (basti pensare a ‘La Provinciale’, ‘La Romana’, ‘Racconti romani’, ‘La Ciociara’) – ha fatto conoscere Roma nel mondo. In particolare, si interessò a descriverne genti, luoghi e ambienti sociali: la borghesia, in cui era nato e che ritrasse impietosamente, e la Roma proletaria verso cui si volse nel dopoguerra descrivendone la vitale umanità. L’esperienza di sfollato in fuga dai nazisti lo aveva immerso nella realtà sociale di quei tempi.

Fu scrittore, critico e saggista, si interessò al cinema, al teatro e all’arte; ebbe la passione dei viaggi, fu inviato speciale in vari paesi del mondo, viaggiò a lungo in Africa. Prese la parola su questioni d’impegno civile e, in maturità, tra il 1984 e il 1989, fu deputato al Parlamento Europeo dove perorò la causa del disarmo nucleare, e sostenne l’urgenza d’una presa di coscienza etica contro le ‘armi non compatibili’ e contro ogni guerra.

Nel 1985 ricevette in Campidoglio il Premio ‘Personalità Europea’.

Intellettuale inquieto, si interessò ugualmente ai problemi del linguaggio, della filosofia (nel saggio ‘L’uomo come fine’ scritto nel 1946, per esempio, e nei testi ispirati a Wittgenstein), e della psicoanalisi in rapporto alla sessualità.

La varietà dei suoi interessi e le diverse fasi della sua produzione lo portarono a sperimentare diverse forme letterarie e stilistiche: ridurre l’opera di Moravia al solo neorealismo sarebbe errato.

Moravia scrisse anche dei racconti ‘surrealisti’, e in un’intervista ha sostenuto che ogni scrittore in fondo è un narratore di favole. Per i bambini, ad esempio, inventò le ‘Storie della Preistoria’ (1982).

Alberto Moravia è morto il 26 settembre 1990 nella casa di Lungotevere della Vittoria, dove abitava sin dal 1963.