Juan Rodolfo Wilcock nasce il 17 aprile 1919 a Buenos Aires, da padre inglese e da madre argentina, ma di origine italiana e svizzera. Frequenta la facoltà di Ingegneria Civile nell’Università di Buenos Aires da cui si laureerà nel 1943. Nel marzo del 1940, esce la sua prima raccolta di poesie, Libro de poemas y canciones, che ottiene prima il Premio Martín Fierro dalla Società Argentina degli Scrittori, e poi, nel marzo del 1941, anche il Premio Municipal, e dal 1942 al 1947 dirigerà le riviste letterarie “Verde Memoria” e “Disco”. Tra il 1941 e il 1942 stringe una solida amicizia con Silvina Ocampo, Adolfo Bioy Casares e Jorge Luis Borges. Nel 1951 inizia un lungo viaggio in Europa, assieme a Silvina Ocampo e Bioy Casares, iniziando una attività di traduttore a Londra presso la B.B.C. Successivamente a Roma insegna letteratura francese ed inglese, collaborando all’edizione argentina dell'”Osservatore Romano”. Ha tradotto in spagnolo più di trenta libri dall’inglese, dal francese, dall’italiano e dal tedesco. In Italia Wilcock stringe amicizie con Alberto Moravia, Elsa Morante, Ennio Flaiano, Ginevra Bompiani, Luciano Foà e scrive per “La Nazione”, “L’Espresso”, “La Voce Repubblicana”, “Il Messaggero”, “Il Tempo”. Nel 1975, Wilcock chiede la cittadinanza italiana. Con decreto del Capo dello Stato, gli viene concessa post mortem il 4 aprile 1979; muore il 16 marzo del 1978 nella sua casa di campagna, nel Comune di Lubriano, nell’Alto Lazio. Verrà sepolto a Roma, nel cimitero acattolico vicino alla Piramide.