Quattro poesie da La collaborazione, Marcos y Marcos, 2018.
La casa di Coyoacán(1)
Non potendo alzare il pugno nel suo giardino
davanti alla lapide coi due attrezzi incisi
nell’eterna speranza che il lavoro vincerà
e non la schiavitù dopo un secolo di astrazioni
ero in posa per la foto con il sole in faccia
e i nomi degli studenti (2) scritti sulla stele
continuavano a sfilare sul mio piccolo ego
come la scrivania le carte e la macchina
da scrivere il letto per la siesta si muovevano
così il veloce fendente raggiungeva il cervelletto
del vegliardo seduto col sorriso diabolico
Io fui comunista per il tempo di una visita
è vero per me la sconfitta è più onorevole
della svolta liberale o la fine dei soviet
(1) La casa in cui Lev Trockij visse i suoi ultimi anni, a Città del Messico.
(2) Il 26 settembre 2014, 43 studenti della Scuola Normale Rurale di Ayotzinapa sono dati per dispersi nella città di Iguala (Stato di Guerrero), prima di una manifestazione che denunciava le pratiche del governo messicano. Le autorità pensano che il sindaco di Iguala e sua moglie siano i mandanti più probabili del rapimento.
*
INVESTIREMO LO SPAZIO PUBBLICO
che non abbiamo mai posseduto
è bella la forza del diritto
non il suo limite – un’impostura
prendiamocela coi loro simboli
lasciamoli al buio decadenti
Se moriamo perderanno i denti
come noi gli sdentati gli ignobili
E una volta passata la soglia vergognosa
ecco la lezione di Storia
chi lavora ha ancora una classe
ma l’interesse comune lo concerne?
*
QUALE EFFETTO PUÒ PRODURRE SAPERE
che noi non entreremo nella Storia?
È che lo status quo ha la pelle dura
si riparano vetrine e facciate
L’essenza dell’azione è la presenza
per questo ci fa bene riconoscerci
Io sono dei vostri come te e lei
puntiamo i cannoni contro i maestri
se in quei palazzi ci fanno più male
che nei cieli i loro oscuri cecchini
Eccoci nudi piccoli e rabbiosi
*
UN UOMO IN PIEDI
opposto al cannone d’acqua
fiori freschi ai celerini
raschiati dall’asfalto
così l’uomo galleggia
più in là nella sua bava
gabbie per animali urbani
l’armamentario antisommossa
e le nostre risa le risa
totalmente sproporzionate
come i loro intrighi
la ragazza spinta da un calcio nel pube
la signora tirata per le ciocche
lungo il fiume
tolta dalla circolazione
Le nostre richieste nulle:
« Il mondo o niente »
Oggi agli sportelli della BNF(3)
c’è una forte catena umana
instauriamo la gratuità
con la mostra aperta a tutti
Domani andiamo ad istigare
gli operai della Peugeot
(3) Biblioteca Nazionale francese.
Immagine: BNF, esterno.
Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).