Come arrivano le poesie

da | Lug 31, 2018

Tre poesie da Le vie delle parole di Anne Stevenson, traduzione di Carla Buranello, Interno Poesia, 2018.

Come arrivano le poesie

Rigirale in bocca sottovoce
Poi lasciale vagare nella mente
Finché un significato prende forma.

Come l’amore, sono più forti se accolte alla cieca,
Giudicate all’istante, percepite con sensi acutizzati
Mentre ancora non è chiaro se siano necessarie.

L’emozione imprecisa – intensa
Quanto un’azione adrenalinica –
Si nutre di sé stessa, e a sua difesa

Si immagina un ruolo umanitario,
Ma le poesie, siano maschi o femmine, sono vanesie
E traggono le proprie soddisfazioni dall’interno,

Sfoggiano vocali, o esibiscono catene
Di elle ed emme d’argento per fare mostra
Di intimità o di biasimo, di gioia o di dolore.

Le vie delle parole sono strette ed egoiste,
Esige ognuna uno spazio adeguato al proprio peso.
Non serve scandire i versi ad ogni frase,

Ma una sorta di battito deve integrare
Il suono che la poesia fa quando è inventata.
Sennò, scrivi prosa. Oppure aspetta

Che arrivi e sia lei il proprio intento a dichiarare.

Piccola poesia filosofica

Per il Dottor Animus la filosofia è un tavolo,
e lui siede soddisfatto di fronte al suo pasto squadrato.
I piatti sono lì, e lì,
proprio dove devono essere.
I suoi piedi stanno proprio dove devono stare,
tra le gambe e il pavimento.
I suoi occhi sono ben convinti che le superfici linde e
………………………………………….lustre
siano ciò che sono.

Ma mentre sta mangiando le sue proposizioni
del tutto nella norma, la saggia
moglie, Anima, afferra una caraffa luminescente
da un vassoio metafisico
e gli versa un bicchierino di dubbio.
Proprio quel che ci voleva.
Si umetta le labbra e fa schioccare le nocche.
Il mondo è il piacere del pensiero.

Gli piacerebbe proprio stare sveglio tutta la notte
(i gomiti sul tavolo)
a parlare di come il tavolo potrebbe non essere lì.
Ma la filosofia di Anima è la mancanza,
e lei capisce che i piatti sono un nulla che si libra sul
……………………………………………vuoto.
E vuoto è il pavimento sotto i piedi fiduciosi.
Mentre spoglia del calice il sottile cono di fuoco,
la stanza si riempie di amore. E di paura. E di paura.

Rapporto dal confine

Le guerre in tempo di pace non si comportano da guerre.
Sono così amabili.
Ambasciatori in guanti di seta si baciano su ambo le gote,
Stanno in posa e confabulano.

Slaccia la tua invidia, posala lì accanto alla porta.
Sistemeremo,
Sistemeremo senza colpo ferire
I patti iniqui.

La natura dispone che molti abbiano poco
E pochi molto.
Fare denaro facendo denaro
Ci aiuta ad aiutarvi.

Questo dalla parte delle buone intenzioni. Dall’altra,
Lo sguardo allucinato della fame,
I raccolti allagati, le speranze incenerite, paura, sgomento,
…………………………………………..preghiere

E letteratura.

Immagine: Daniel Buren, La Cabane Éclatée.

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).