L’ultima volta in Italia

da | Giu 27, 2017

Alcune poesie da L’ultima volta in Italia di Maddalena Bergamin (Interlinea, 2017).

Chi ha detto che questo è il paese
del mare non sa delle nostre giornate
su tangenziali padane, della periferia
latina malmessa e delle grigie ore
che ci separano dalla vista del sole
Non sa di come sia estranea alla nostra
la vita che di noi si racconta

*

A ogni cosa ci si abitua, anche
al paesaggio miserabile in provincia
all’armamento dei condòmini giallini
terrazzati di cemento, ci si abitua
alle montagne chiuse dentro
nelle valli derubate di orizzonte
alle onte subite per difetto
d’istruzione

*

Ci sta nelle mani tutto quello che c’è
tutto esiste da quando lo tocchi, forse muori
quest’oggi, come di conseguenza al posto di un altro
per la tua stessa mano, per il caso dello scontro frontale
oppure tu vivi, ti prendi le rose alla luce prospettica
degli altri lampioni, e di notte disegni col bianco

*

a L. e D.

La madre è uguale alla figlia
sul fondo lo sfondo urbano, che strano
la madre è uguale alla figlia!
due volte gli stessi capelli
rossi sul fondo urbano
sullo sfondo profondo e quanto…
profondo. La madre e la figlia
sono uguali, hanno casacche
fosforescenti e parlano dietro
la linea gialla, sullo sfondo i treni
dal fondo, i rumori corrotti
i lamenti, i brusii della gente
che sta sullo sfondo. La figlia
è uguale alla madre, (la madre bisbiglia
sorride, la figlia)

*

a Vito Riviello

C’è una terza persona
tra la terza e la seconda persona
e un terzo elemento
tra il paesaggio e il personaggio
come la terza possibilità che c’è
tra camminare e stare seduti
tra il riso e la forza di gravità
tra ciò che esiste e ciò che non c’è
tra la nostra vita e la nostra poesia

*

L’ultima volta in Italia
facevano santi i papi
era un pacchetto di due
al prezzo di uno. Il palinsesto
ne risentì: non più giochi a premi
non fiction su preti inventati
ma storia vera e documentata
di miracoli alla luce del sole.
Nel frattempo su Facebook
si diffuse la notizia di un giovane
morto schiacciato dalla croce
del santo. I miscredenti gridarono
al contro-miracolo, ma la voce
si spense surclassata dai fasti.
Cristo era a terra con i piedi
amputati, enorme in mezzo alla valle.

Il 27 aprile 2014 Jorge Mario Bergoglio proclama santi Angelo Roncalli e Karol Wojtyła. Tre giorni prima, il ventunenne M.G. muore a Cevo, durante una gita con i compagni dell’oratorio. Il ragazzo viene travolto dal crollo della croce eretta in onore di Papa Wojtyła. M.G. abitava a Lovere, in via Giovanni XXIII. Nel paese sono state annullate, in segno di lutto, le celebrazioni in onore dei due papi santi.

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).