Perché morendo ci fai venir a festa? Semmai
era l’altro lato che andava premiato
e tu non rifiutasti quel cibo acerbo
vinaigre di festa e botte sulle spalle
pacchie e grandiose costruzioni per la
mente intorbidita: i cinque sensi hanno
dunque così poco conto o peso che tu
vaneggi su croce elegante e di legno?
Se di legno marcisci non lamentare quel
tuo dolore alle spalle: esse fanno sì
che tu operoso insoddisfatto però rimi
come se fosse prima: lezioni
dai del tuo operato costosissimo, nel
vaneggiare di cose insapori e digerite
così come la finalità di tutte le cose
così come il conto festoso e a rima quando
ti precipiti al balcone, dal balcone
per vederti camminare.
Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).