Con la quarta puntata del nostro omaggio estivo a Mario Luzi completiamo l’excursus sulla sua poesia degli anni Settanta. Nella terza parte abbiamo presentato alcuni frammenti da Su fondamenti invisibili (1971). Nella prima e nella seconda una scelta di poesie dalle prime raccolte fino a Nel magma (1963) e Dal fondo delle campagne (1965). Ricordiamo che il nostro omaggio proseguirà il prossimo ottobre con alcuni interventi di approfondimento.
da Al fuoco della controversia (1971-1977)
BRANI DI UN MORTALE DUETTO
«Non più lunghi poemi, suppongo.
L’anima brucia rapidamente la sua scorza,
la mente divora la metafora,
il significato è fulmineo» – argomenta
maturo, forse al suo apice
perciò, credo, in disarmo
mentre lei catturata dal bosco
non risponde, non gli volge uno sguardo
dall’antica complicità, sorride già ad altro
tra le torri di luce e i molti pozzi d’oscurità, nel folto. Nel folto.
[…]
In sé o come immagine d’altro? – i due,
dico, legati al loro combattimento,
uniti da esso…
………………………………Sguscia via
sorridendo lei tra questo dilemma
chi sa per malizia
gioco o fedeltà alla sua essenza.
Non meno profonda ubiquità
di lei tradisce il suo partner,
chiunque sia, che lascia il segno,
netto, della sua tribolazione nelle mie vertebre –
m’avvedo: e non posso non pensarli
l’uno e l’altra risucchiati nel fondo
di me più di me stesso tra luce e tempo.
*
Rodotto a me stesso?
Morto l’interlocutore?
O morto io,
l’altro su di me
padrone del campo, l’altro,
universo, purificatore…
…………………..o no,
niente di questo:
il silenzio raggiante
dell’amore pieno,
della piena incarnazione
anticipato da un lampo? –
………………..penso
se è pensare questo
e non opera di sonno
nella pausa solare
del tumulto di adesso…
*
– Non è data, forse,
eppure sembra lì, possiamo toccarla
a volte una felicità senz’ombre,
rettilinea,
che non passa per il dolore degli altri.
Ma è lo stesso nel punto di luce e d’altitudine
dove salire è difficile
e restare impossibile… o io non ne son degno –
Chi è che nel sogno prende il mio posto
e canta questa perduta lingua
ai piedi di un monte dilapidato
dove sola felicità è non cercarne,
e che canta? l’augurio, il desiderio
o una non rassegnata autosentenza? –
quasi importasse saperlo
e non tendere i sensi al crepitante risveglio
nel vivo della rissa, in pieno secolo.
***
da Per il battesimo dei nostri frammenti (1978-1984)
Madre, madre mia
……….l’essere molto amati
non medica la solitudine,
………..la affina
anzi, la escrucia in un limìo
d’inanità e di rimorso –
…………….Posso,
sì, averlo udito
…………..perdutamente
parlare così il discorso…
…………..E intanto
taceva il suo contrario
in ogni lingua
……….ma io lo ricordavo,
per me era presente:
…………….«Amare,
questo sì ti parifica al mondo,
ti guarisce con dolore,
ti convoglia nello stellato fiume
……………………..e sono
……………………..dove tu sei, si battono
……………………..creato ed increato,
……………………..allora, in un trepidare unico.
……………………..Allora, in quel punto». Lo ricordavo.
*
Vola alta, parola, cresci in profondità,
tocca nadir e zenith della tua significazione,
giacché talvolta lo puoi – sogno che la cosa esclami
nel buio della mente
però non separarti
da me, non arrivare,
ti prego, a quel celestiale appuntamento
da sola, senza il caldo di me
o almeno il mio ricordo sii
luce, non disabitata trasparenza…
La cosa e la sua anima? O la mia e la sua sofferenza?
*
Io? io, lei, altri da lei e da me –
tutti quelli che hanno parlato
o lo hanno desiderato – quelli
sono io
…..quelli uno per uno
e nessuno di essi in nessun luogo
nè tempo
……e dovunque in ogni momento
perchè arrivi il mio amore in qualsiasi parte –
rimugina, rimugina
scavando nella sua santa stoltizia
il senso della sua parabola
e quello della mia arte… Oh mio fratello
catapultato forte
verso me
…..da grazia o da tormento.
Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).