Millimetri

da | Nov 14, 2013

Nel 1983 Milo De Angelis pubblicava la sua seconda raccolta poetica, Millimentri. A trent’anni di distanza Il Saggiatore propone una nuova edizione nella collana “Le Silerchie”, con una postfazione di Aldo Nove e Giuseppe Genna. Presentiamo di seguito una selezione di testi.

ORA C’È LA DISADORNA

Ora c’è la disadorna
e si compiono gli anni, a manciate,
con ingegno di forbici e
una boria che accosta
al gas la bocca
dura fino alla sua spina
dove crede
oppure i morti arrancano verso un campo
che ha la testa cava
e le miriadi
si gettano nel battesimo
per un soffio.

*

NON SO COME LA TERRA

Non so come la terra
si calma in un rettangolo
pietre anch’esse
queste ghirlande di dita in un tuffo
dove c’è un luogo tra la seggiola
e i faggi, paladini
che ora sono canna tra mille canne
è ardimento scegliere lì
l’avventuriero amico
ogni volta tocchiamo lì la mano
una tra mille. Anche
la risaia ha un ciuffo
che salpa
e anche la scorta con i chiavistelli
si fa animale e fibbia di girasole.
Punteggio nel centro
del fazzoletto
esso chiama i consanguinei:
hanno
carne bianca di aragosta e
capelli a due punte, nel mulino di detaporta,
impugnando una
cera scura, molle, una liquirizia.

*

QUANDO LE MANI, A MEZZALUNA

Quando le mani, a mezzaluna,
ricevono un calendario in
sangue di cicogne,
ogni uomo sparge sul fazzoletto
spazio e ferro: spuntano
dal battesimo i tiratori scelti
per una fame che non vuole pezzetti
e noi a valle con una pietra in pugno
alzati di scatto e mortali.

*

LA TESTA CADE A PIOMBO

La testa cade a piombo
e si slaccia
nel pomeriggio strappato
al pensiero
ogni maniglia si aprì, fece silenzio.
Noi fermiamo lì una guerra
con navi serene e gelide.

*

GIUNGE LUGLIO PER I MORTI

Giunge luglio per i morti
che sentono nell’assedio
di ogni fiore
una giustizia remota. E un
cappio di carta
rinasce a più non posso
nella storia
della terra, vasta, ripida,
cose e cose, vesti bianche e tarlate,
contadini nascosti
nel frumento. O ancora
più dentro, ovunque urlino
i crisantemi. Facendo la spola
tra i muri della testa e
una chiamata interurbana, questo minuto
viene contato;
e l’urna – delizia anch’essa
dei mescolati magnanimi –
ha detto basta.

*

I CAMION, IN PUNTA DI SECOLO

I camion, in punta di secolo,
con un chilometro
della loro stessa radice
stanno per
essere certi, per scendere quello
che si spezza è una
voce bollente
di calendari e risaie
murate nella brocca
quando un mirino allaga il maschio.
Ma quei due squilli
portatori di polline,
quel velo!

(Milo De Angelis, Millimetri, Milano, Il Saggiatore, 2013)

Immagine: Viviana Nicodemo, Ritratto fotografico di Milo De Angelis.

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).