Umberto Piersanti, Il bosco di castagni

da | Feb 25, 2020

Tre poesie inedite.

Il bosco di castagni

Il bosco di castagni
lontano, il più lontano,
oltre ogni greppo
oltre ogni fosso
e valle,
sotto remoti monti.
E la stagione?
Il tempo?
no, non ricordo,
solo c’era l’asiatica
e non s’andava a scuola,
potevi camminare
il giorno intero.
E i compagni?
di loro più
non so il viso
e l’andatura,
uno era alto,
l’altro tozzo e forte
e giungemmo tardi alla radura
che tra i castagni splende
e li rischiara

s’aprivano i sentieri
tutt’attorno,
e se ne prendi uno
quello è la sorte
e accompagna i tuoi giorni
e le vicende,
solo era difficile
staccarsi,
avevamo fatto
tanta strada insieme,
nella radura poi
si stava bene,
l’erba soffice e alta
ti ci puoi sdraiare,
sui rami canta
il verdone e i fringuelli,
fino a un’ora tarda
restammo lì distesi

ma prima che fa buio
bisogna andare,
ognuno prende da solo
la sua strada.

*

L’antica casa

da tempo, madre,
vivo in terra straniera,
sì, un tempo c’è stato
di giochi e amori
nelle selve,
e prima, ancora prima,
la casa della madre
di tua madre
giù nel fosso,
dell’antico che s’aggira
tra i noci lì davanti,
lì il tempo è eterno
come l’orizzonte,
sconfinato lo intravedi
dietro ai greppi

ora lo sai,
lo stradino che risale
fino alla Torre,
lì non s’arresta,
in altre, infinite strade
s’addentra e dilegua,
in ignote contrade
t’abbandona

sì, c’è stata anche
la radura di narcisi
e fanciulle luminose,
una sosta breve,
sempre insidiata

ora, sei sotto
un nuovo tetto
e un nuovo cielo,
Jacopo delicato
figlio che non cresce
e gli stai accanto,
ma tu hai nostalgia
per la prima casa,
per chi ti accompagnava
nello stradino

*

Madre

madre, così lontani
i volti,
oltre la nebbia sconfinata
– un fumo li disegna
appena, appena –
dietro la casa antica,
dietro la balaustra
che s’apriva all’immenso,
lì del padre s’aspetta
il ritorno
e la sorella bruna
mi guida
alla cerca del muschio
nelle valli sconfinate
e con gesti perfetti
l’altra dispone
limpide statuine
nell’angoliera

non ho più immagini
d’allora,
ma quello è un tempo
non adatto a pellicole
e figure
e nella mente s’appanna
a poco a poco

con gli occhi
e con le mani
ti cerco il volto,
la memoria pervade
la mia giornata

 

immagine: Olafur Eliasson e Günther Vogt, Yellow forest, 2017.