Nikolaj Bajtov, Adempio onestamente il mio dovere di poeta…

da | Gen 29, 2020

Nikolaj Bajtov nasce a Mosca nel 1951, dove si laurea in ingegneria informatica. Negli anni ottanta è stato un importante animatore culturale della vita non ufficiale, il fondatore, insieme ad Aleksandr Baraš, dell’unica esperienza longeva di rivista samizdat a Mosca, «Epsilon-Salon». È inoltre il fondatore, insieme alla poetessa Sveta Litvak, del «Club di performance letteraria». Dagli anni novanta si occupa di book art. È autore di alcuni libri di versi, tra i quali Ravnovesija raznoglasii (‘Gli equilibri delle divergenze’, 1990), Vremena goda (‘Stagioni’, 2001) e Čto kasaetja (‘Per quanto riguarda’, 2007). Nel 2011 riceve il prestigioso premio “Andrej Belyj” per la raccolta di racconti Dumaj, čto govoriš’ (‘Pensa a quello che dici’). Autore schivo, artista poliedrico, Nikolaj Bajtov è pressoché sconosciuto in Italia, sebbene in patria goda di ampia considerazione tra critici e scrittori. Una stima derivante dalle ricercate scelte formali in poesia e dalla qualità inventiva e “multimediale” della produzione artistica, che attraversa la scrittura, la canzone, la performance e il libro d’arte. L’universo di Bajtov nasce e si sviluppa all’interno della cultura non ufficiale tardo-sovietica. Dell’underground letterario assorbe i tratti di un’esperienza complessa, unione di una pratica poetica recitata e scritta, artigianale e sperimentale, ma se ne discosta per l’adozione di un punto di vista extra-letterario, ovvero quello scientifico. Egli esplora un mondo in cui la riflessione sincretico-poetica e quella analitico-scientifica si fondono per dare alla ricerca di senso un respiro universale. Ecco quindi l’elaborazione di un poetare che riesca, sullo sfondo delle teorie della fisica moderna, a penetrare i misteri dell’esistente. Per realizzare le sue escursioni speculative ricorre agli strumenti della lirica classica e a forme dialogiche, alterna l’uso della prima persona a un “narratore” onnisciente. Che sia la celebre versione sovietica degli anni settanta o quella diretta da Terry Gilliam, Le avventure del barone di Münchhausen si avvicinano per atmosfera alle peregrinazioni dei personaggi di Bajtov, più verosimili forse, tuttavia circondate da un clima atemporale e fantastico, dove smarrimento e stupore si avvicendano. A cura di Elisa Baglioni.

Così strana e immobile
apparsa da un angolo,
la luna silenziosa guarda
le buie finestre della veranda.

L’oscuro dirupo
avanza oltre il recinto.
Pieno di pado schiumoso,
entra in un prato bianco.

Le ombre appena affilate
calano nitide sul tavolo,
posano strette nel letto,
pendono fitte sul muro.

La nonna, il nonno e la mamma –
sono andati via tutti.
La casa è così strana e vuota,
non c’è anima viva.

Vai quatto quatto al capezzale,
chiudi gli occhi al più presto.
La soluzione dell’enigma è vicina,
se solo sapessi di quale.

 

Как неподвижно и странно,
выглянув из-за угла,
в темные окна веранды
смотрит немая луна.

Темный овраг за забором
движется через забор.
Пенной черемухой полон,
входит на белый газон.

Лишь угловатые тени
резко лежат на столе,
тесно стоят у постели,
густо висят на стене.

Бабушка, дедушка, мама –
все почему-то ушли.
В доме так пусто и странно,
нет ни единой души.

Спрячься тихонько в кроватку,
глазки скорее закрой.
Близко решенье загадки –
только не знаю, какой.

*

Adempio onestamente il mio dovere di poeta.
Eppure, cosa significa in modo “onesto”?
A dirla onestamente, non lo capisco.
E tuttavia, benché invano, ci penso spesso.

Se non sono un pigro, né un imbroglione
posso forse sentirmi tranquillo?
Chi mi biasima di non essere uno stregone?
No, mi sembra che ci sia dell’altro.

Ispirazione, stupore, suoni, ritmi, dovere,
vocazione, talento, coscienza, invidia,
сhe sia tutto giustiziato dal rasoio di Occam
e si aggiunga qualcosa d’inaudito.

 

Долг поэта я честно выполняю.
Только что означает это “честно”?
Если честно сказать не понимаю.
Часто думаю над этим, но тщетно.

Если я не лентяй и не мошенник,
я, наверное, могу быть спокоен?
Упрекнёт ли кто, что я не волшебник?
Нет, мне кажется, здесь что-то другое

Вдохновение, восторг, звуки, ритмы,
долг, призвание, талант, совесть, зависть
вот казнить бы всё Оккамовой бритвой
и неслыханное нечто добавить!

*

Guardo il cielo e trovo il teorema di Penrose.
Un venticello notturno fa frusciare la betulla,
il cui contorno ornato spicca su uno sfondo sbiadito.
Non s’è fatto ancora scuro, forse non lo sarà del tutto.
Tuttavia, oltre la notte, come non ci fossero argomenti
di riflessione e osservazione in questo campo estivo.

La gravitazione più gli effetti quantistici,
due o tre costanti (tra cui la velocità della luce),
«tutto hai fatto con saggezza», La logica è in ogni luogo…
Spiccando per un lieve fremito su uno sfondo piatto,
un cespuglio di lillà contraddice quei requisiti….
Ma guardo il cielo e trovo il teorema di Hawking.

 

Я смотрю на небо — там теорема Пенроуза.
От ночного чуть ветерка шелестит береза,
выделяясь узорчатым силуэтом на бледном фоне.
Не стемнело ещё, да и вряд ли совсем стемнеет.
Тем не менее, кроме тьмы, как будто и тем нет
для раздумий и наблюдений в летнем поле.

Гравитация плюс квантовые эффекты,
две или три константы (среди них — скорость света), —
«все премудростью сотворил», повсюду логика…
Выделяясь на гладком фоне легким трепетом,
куст сирени робко противится ее требованиям…
Но смотрю на небо — а там теорема Хоккинга.