Le spente lingue

da | Feb 7, 2024

Cinque poesie in anteprima da “Le spente lingue” di Damiano Sinfonico, uscito con prefazione di Antonio Lanza per Vydia editore.

 

L’aria è piena di piume
ovvero di neve
annota Erodoto
parlando del clima degli Sciti.
Miopi per fitta leggerezza
non avevano un termine
per designare la neve
e nella privazione
giunsero a un’immagine
che dalle Storie si deposita
sull’atlante delle lingue.

 

*

Babelico l’esercito di Cartagine
non ha interpreti che ripetano
la stessa arringa in diverse lingue.
Mercenari di diversa provenienza
ne riempivano le file e la rivolta
fu doppiata dai malintesi.
Una pentecoste al contrario li divise.

 

*

Dalla proprietà nascono le sedizioni,
tesi diffusa da tanti tra cui un Falea
di Calcedonia, oggi ignoto ai più.
Ne dà notizia Aristotele nella Politica.
Poche righe per un’idea incendiaria,
un’idea bandiera che appare come un lampo
e si propaga.

 

*

«Naevia lux», inquit, «Naevia lumen, ave».
Nevia come Lolita,
Nevia sillaba di lume e neve,
ave Nevia, Biancaneve.
Rufo scrisse sdolcinato.

 

*

«come frutta di luce»
CALVINO, “La distanza della Luna”

 

Malum aureum è il nome dell’arancia
in latino. L’astronomia delle lingue
capta pomi di luce.
Da un catino senza fondo
e nero risale in superficie
un frutteto d’ambra.