Incontri, seguito da altre Babeli

da | Apr 29, 2023

Dall’ultimo libro di Jean-Charles Vegliante, raccolta sperimentale plurilingue uscita da poco per Interno Poesia, presentiamo cinque testi.

 

BORDS DE SEINE
(esercizio, o parodia)

Un uccellino si sgola a ripetere
il suo richiamo non si sa per chi.
La riva imbrattata di cibo e plastica
sciaborda appena, rivolta all’in giù.
Passano solitari inquietanti
passeggiatori con cani e bambù.
Sedie a rotelle e malati si spingono
sulla ghiaia che scricchiola vacante.
Siamo tutti sospesi sopra l’infero
disastro che minaccia e ci disfà.
Ci disicanta.

 

DOLET, PER DIRE

Cima di geranio
rosso – banale per terra
un poco ammaccatiello
l’ho raccolto mentre passavo
di là nonchalant sotto quel palazzo
imposant dai tetri balconi
fioriti da magri garzoni
innaffiatori scarni prezzolati
(ma: garçon, l’addition!)
sempre nonchalant l’ho messo a mollo
si è riposato ripreso poco a poco
ha fatto qualche bianca radichetta
eccolo là che butta un po’ di verde
e mi porta a mente quei versi di Fortini
quasi moribondo les herbes les petites
pousses, ma questa non è che una mia traduzione,
pensando pure alle cime di rapa che qua non ci sono,
per dire: il gregge di foglie è qui che mi guarda –
senza requie, ma sia in pace l’amico più grande,
quel rosso banale per terra
come il fiorellino giallo era
nel secondo Blade Runner e
ci compromette pe’ sempe
per sempre ci duole.
Gli piacevano le chiuse lampanti, non la trovo.

 

DELLO STERMINIO

Ti piacevano… scrive il vecchio vate.
A te invece provocano una smania
oggi, mentre siamo minacciati
pure noi di estinzione, gli avvistamenti
di zebre a pois, tigri di Tasmania,
o il cane selvaggio delle Highlands,
dei delfini baiji, scherzosi lipoti,
dei picchi dal becco avorio, del pesce
orrido preistorico (è il timido
celacanto), senza ibridazioni.
Per quanto tempo saremo latitanti
ti chiedi, mentre tutto, luna e rondini
e foglie di yucca e perfino i guanti
del fruttivendolo già ti falcidiano?

(E. M., mio primo amore)

 

ROMANCE WITH MOON

Sono a Milano meneghin
e sul tazzone del bidè
vedo scritto non so perché
mentre guardo la luna in
un fenester ch’el s’apre no:
“To love onself is beginning
of a lifelong Romance of You” –
sarà variante d’Oskarò…
Ché com’acqua recepe, fu
l’etterna margherita, o:
Lou n’a qu’à racoler sous
et c’tel aigri geai mord, hé !
lune à Lou, nacre ou dodo nau ! 
Ne l’idol suo se transmuait
Eppur la tazza ne bougeait.
Ved’ el noster sì fragel stao,
se la lüna l’è gramm tosè!
Né Giacomo era sì osé.

[passo francioso trascritto (in italiese): “Luna
cara colle sue stelle grigie e more! luna luna
crudo dono!”…]