I nomi

da | Mag 23, 2023

Cinque poesie dal nuovo libro di Laura Pugno, “I nomi”, da poco uscito per La Nave di Teseo.

 

La mente crea
il tu dalle menti e dai corpi,
il tuo,
i tuoi,

il tu che è il bosco dove si nasconde
quello che non ha nome
ed è detto
luce, stella, con intermittente
il suo – perduto, perduto –
codice Morse.

La sola lingua che conosci
la forma che conosci come amore,
in uno,
assoluto,
assoluto.

Così ti parla, mente corpo
tra menti e corpi, e le parole –
ogni tua parola –
sono il nome d’amore e gli altri nomi del mondo.

 

*

Improvvisamente la lingua si quieta
e non c’è che questo,
tra le mani:

un libro dei rituali,
il libro dei rituali,
scriverlo, trovarlo
scritto come se fosse
la cosa di natura che non è,

credere come
all’evidenza dei sensi che non è,
le tue dita sul braccio come il sole
che gira nel cielo ad arco
non intorno a noi né alla terra:

sapessi fare
questo, riuscissi a fare questo
con le sole parole,
col loro potere accecante:
tu guardi e si abbaglia ogni immagine.

 

*

Il libro fatto di ciò che non vedi,
chiedi,
a voce appena,

cosa cambia l’essere davanti
a te, esisterebbero queste parole,
sarebbero comunque necessarie,
sì, dici
sì,
non vedi che è la stessa cosa,
che le dita ti toccano
come se ti toccasse la mente,

la conversazione in bianco
che tieni ogni notte,
che è oscurità,
destino doppio,

un altro modo
di chiamarlo è la perla nella mano
e la mano,
e vedi come anche questa voce
a poco a poco si quieta.

 

*

Scrivi come se le cose ci fossero,
tra loro quella cosa che è il futuro,
le volte che ti è sembrato di toccarlo
o che faceva male:

entra, entrano in scena,
ma non è scena,
non vedi che una stanza, o alberi
li vedi così vicini a te che sono
nella pelle, sotto la pelle delle mani
come foglie, come colore bruno,

e dici questa lingua è quieta, è troppo quieta
ha smesso di scorrere?
O scorre con la quiete del sangue,
con il corpo in sonno
con l’estate che è adesso, e tu
davvero desideri la pace?

 

*

A volte questa conversazione immaginata
su un fondale nero – dietro il mondo
ha smesso di accamparsi

o davvero si accampa,
sembra che tutti
e tu, noi,

siamo pronti ad andarcene adesso
andare dove, non lo chiedi
nemmeno, sai che non importa,

che appaiono api dorate e sono le ultime.