Diario del Lockdown

da | Apr 26, 2022

Presentiamo sei testi della poeta irlandese Máighréad Medbh nella versione del Laboratorio di
traduzione di poesia Monteverdelegge, da tredici anni operativo presso la bibliolibreria Plautilla (a cura di Marta Izzi, Giselda Mantegazza, Paola Maioli, Fiorenza Mormile, Anna Maria Rava, Anna Maria Robustelli). Sono poesie tratte da “Lockdown Diary”, sezione finale di “Imbolg”, Arlen House, Dublin 2020, ottava raccolta dell’autrice, introdotte da una nota di Anna Maria Robustelli.
Si ringraziano Máighréd Medbh e la Arlen House per l’autorizzazione alla riproduzione e
traduzione dei testi.


Máighréad Medbh (si pronuncia mòrid meiv) è nata nel 1959 a Newcastle West, Co. Limerick ed è una delle figure più originali della scena letteraria irlandese, sia per la qualità della scrittura che per il modo in cui presenta i suoi testi. Convinta che la poesia nasca dal corpo, è stata una delle pioniere della performance poetry nell’Irlanda degli anni Novanta. Tra i numerosi libri di poesia citiamo qui Tenant, 1999, imperniato sulle vicende di una famiglia durante la Grande Carestia. Per la prosa è uscito nel 2013 “Savage Solitude: Reflections of a Reluctant Loner”. Il titolo del libro, “Imbolg”, rimanda alla festa celtica che preannuncia la primavera e si celebra tra la sera del primo febbraio e quella successiva, primavera nel 2020 in qualche modo tradita dalla pandemia. Il “Lockdown Diary” che chiude il libro copre i cinquanta giorni del primo periodo di isolamento in Irlanda, presentando i  cambiamenti apportati dal Covid alla vita quotidiana. Da questa sezione abbiamo scelto le poesie relative ai primi cinque giorni che delineano il complesso quadro dei mutamenti in atto e la poesia del Giorno 17, che fa riferimento a tutti i morti raccolti nella Chiesa di Seriate in provincia di Bergamo. La narrazione comincia mentre la poeta in auto si avvicina a Dublino da nord, e attraversando un ponte (il Mary McAleese Boyne Valley Bridge) ne osserva la quasi congiunzione con il cielo sovrastante imbronciato di nubi. L’immagine rimanda ad altre immagini: la pervasività della malattia che unisce terra e cielo, lo stato di costrizione in cui si vive, suggerito dagli stralli del ponte assimilati ai lacci di un corsetto, forse anche, implicitamente, la peculiarità di quest’opera di ingegneria che, coniugando funzionalità e bellezza, lancia richiami a vivere, poi smorzati dal quadro di inanità offerto dalle immagini successive. La vita si è forzatamente spenta e allargare lo sguardo intorno a sé conferma il campo di battaglia con il suo sterminio ripetuto. Le poesie successive aggiungono particolari a questo panorama: il pub luogo di socialità è solo un ricordo, le persone stanno attaccate alla radio (o alla televisione) per seguire lo sviluppo degli eventi. L’America è presentata ‘in modalità azione’ (Day 2), come se da lì sempre partisse l’indicazione giusta per ciò che si deve fare. In rapida sintesi scorrono la scienza che comincia a parlare, la consapevolezza di non avere immunità, lo scenario dei posti di lavoro che si vanno perdendo. Grandi magazzini che cominciano a scarseggiare di merci, mascherine chirurgiche vendute in ogni tipo di negozio, la sensazione che ‘tutto vuole chiudere’ (Day 3), il dovere di mantenere le regole sanitarie. ‘Niente accade mai come la morte’ (Day 3), commenta la poeta, quasi a sintetizzare realisticamente questo spettacolo sconfortante. Persino nell’ariosità di una spiaggia non si può fare a meno di pensare che il virus è presente, così come la morte. Ormai è chiaro che vivere in una pandemia ci spinge a diventare ossessivi ma il mattino irrompe attraverso le piccole finestre, non sa, informalo. (Day 5) Anche i momenti di abbandono vengono ridimensionati da questo continuo stato di allerta. Lo stile è scarno, i segni di interpunzione limitati al punto. L’assenza del punto interrogativo ha comportato difficoltà nella traduzione, per il suo peso determinante in italiano. L’assenza di maiuscole a inizio frase, per i nomi delle aree commerciali e per qualunque nome della topografia della città suggerisce colloquialità, familiarità verso un mondo talmente noto che non ha bisogno di essere spiegato a nessuno, ma allo stesso tempo una specie di monologo interiore sembra nascere dalle viscere di una persona che vede i contorni della realtà in cui si trova totalmente sovvertiti e ha bisogno di segnalarlo, comunicarlo agli altri che – in un modo o nell’altro – stanno inghiottendo quei cambiamenti senza forse afferrarne tutta la sfaccettata complessità e ferocia. Si tratta in definitiva di una scrittura moderna legata al lavorio del pensiero che non si spende in effetti emotivi. Nell’ultima poesia considerata, Day 17, un’associazione mentale si sposta dalle venature del legno di un tavolo e della cornice di uno specchio al lucido delle bare di una chiesa di Seriate (Bergamo), opponendo la pelle umana al legno lavorato. Si avverte che la situazione è fuori controllo e, quasi macchiette impotenti a sciogliere questo intrico, appaiono un sindaco italiano che per costringere la gente a casa minaccia i lanciafiamme, e un altro sindaco che gira come un vigilante. “Imbolg” è una ricorrenza che presagisce la nascita, legata alla dea celtica Brigid, cristianizzata in Santa Brigida e patrona della poesia, della conoscenza, della cura, delle nascite, del fuoco e del focolare. Questa volta il cambiamento in atto nei mesi della rigenerazione (marzo-aprile) porta invece isolamento, distanziamento sociale, la tentazione di essere come delle macchine per meglio proteggersi. Quale cambiamento sta avvenendo dunque al tempo di Imbolg stravolto dalla pandemia? Forse è questa la domanda sottesa ai versi di Máighréad Medbh, mentre segue il cammino dei giorni. Non c’è enfasi, né una risposta scontata. Per questo le domande senza punto interrogativo sembrano quasi ricadere su sé stesse, scoraggiate e inani.
(Anna Maria Robustelli)


LOCKDOWN DIARY (da “Imbolg”, Arlen House, Dublin 2020 © Máighréad Medbh, 2020)
12 March 2020 – 30 April 2020

DAY 1
(Travelling from Monaghan to Dublin)

fallacius, the sky muds —
interesting boom to the cable-stayed
bridge of celebrations just passed.
imagine that human. imagine many
expert ladies’ maids anchored
to the ends of its long steel laces
and the torso upright as law.

passed kavanagh’s memory place
without turning off. manly
type of feminine poetry flavour.
you don’t elude the given ground
you re-hunt it. sanitiser
in the passenger seat. hah.
somehow already in the house.

girl in the classroom blew her nose.
girl beside her uncapped her gel
a heartbeat after. do not use hands
for friendly. you are in fact what
last you touched. here comes time
outside of tabulation. how will
you manage weeks without a hand.

applegreen never so empty.
food counters even at freshii
are dull. an attendant gazes nowhere.
there’s everywhere to sit. it’s not a day
for cracking jokes breaking bread.
plastic gloves are not worn
by the manager who cleanses after.

out in the country somewhere people
always knowing are tending self
-grown basics and still not arriving
for coffee’n donuts. inside muddy
organs pretend not to breathe.
block flight. shutter the limbs.
curtains twitch. house private.

 

GIORNO 1
(In viaggio da Monaghan a Dublino)

fallace, il cielo si infanga –
interessante risalto al ponte
a stralli celebrativo appena superato.
immaginalo umano. immagina molte
esperte cameriere personali ancorate
alle estremità dei suoi lunghi lacci di acciaio
e il busto diritto come la legge.

superato il memoriale di kavanagh
senza fermarmi. modello virile
di fragranza poetica femminile.
non si sfugge alla terra natale
si riguadagna. disinfettante
sul sedile del passeggero. ah.
in qualche modo già a casa.

ragazza in classe si è soffiata il naso.
ragazza accanto ha tolto il tappo al gel
un battito di cuore dopo. non usare le mani
per gesti amichevoli. sei di fatto ciò che
hai toccato per ultimo. arriva il tempo
fuori dalla programmazione. come ce la
farai per settimane senza una mano.

applegreen mai così vuoto.
i banconi del cibo anche da freshii
sono smorti. un commesso guarda fisso nel nulla.
posti a sedere ovunque. non è giornata
per fare battute spezzando il pane.
il gestore senza guanti di plastica
dopo si pulisce.

fuori in campagna da qualche parte la gente
che sa farlo coltiva da sé
l’essenziale e ancora non esce
per caffè e ciambelle. organi fangosi
all’interno fingono di non respirare.
blocca la fuga. serra le membra.
scatto di tende. esequie in forma privata.

 

DAY 2
(Swords Village)

in the window of the lord mayor’s pub
a bluish painting of revellers.
remember. you will do this again.

morning bright and even-tempered.
airside low in cars. everything open
but shy. tesco has nothing behind signs
for toilet paper. no peppers no pasta.

do you send children out to play do
you keep them in. man in the pet store
listening to the laptop radio. minute
by minute there might be changes.

the day turns around. by evening
the air is churning again. wind set
against movement. whirring at the ears.
the shrunken world a covered dish.

america in the mode of action. will it
take eight weeks. how to make life
of this place. harvard scientist affirms
self-isolation. we have never seen
this before. we have no immunity.

 

GIORNO 2
(Swords Village)

nella vetrina del lord mayor’s pub
un dipinto bluastro di allegri bevitori.
ricorda. lo rifarai.

mattina luminosa e quieta.
poche auto a airside. tutto aperto
ma timido. tesco non ha niente dietro i prezzi
della carta igienica. né peperoni né pasta.

far uscire i bambini a giocare o
tenerli in casa. uomo nel negozio di animali
che ascolta la radio dal laptop. da un momento
all’altro qualcosa potrebbe cambiare.

il giorno si avvita. di sera
l’aria torna ad agitarsi. vento
opposto a movimento. ronzio nelle orecchie.
il mondo ristretto una pietanza coperta.

america in modalità azione. ci vorranno
otto settimane. come rendere vivo
questo posto. scienziato di harvard è per
l’autoisolamento. non abbiamo mai visto prima
una cosa così. non abbiamo nessuna immunità.

 

DAY 3

not revellers painted in the pub window
but figures with no faces. look like corpses.
man with white hair and beard playing bodhrán.
man with a pint beside him. white splotches
for features. it is of course not ominous.

nothing ever happens like death until it does.
it’s not death it’s long inconvenience and some
death. three men together on the footpath
can’t get two metres away. they don’t care.
four cars on the long road beside supervalu.

dunnes stores on the rathbeale road has run
out of tfnn jellies, party mix and mini eggs.
easter is around the corner. large eggs seem
laughable. sit around and gorge. don’t tell
head aches because it’s ached like this before.
eyes burning. everything wanting to close.

they’re offering surgical masks in the shop
that sells phones beside the barber’s. seems
extreme. what would people say. hours
later looks like a good idea. follow the isolation
instinct the strict distance. it worked in china.
two months ago i had sex with a stranger.

 

GIORNO 3

non bevitori dipinti nella vetrina del pub
ma figure senza volto. sembrano cadaveri.
uomo con barba e capelli bianchi che suona il bodhrán.
uomo con una pinta accanto, chiazze bianche
come lineamenti. naturalmente non è di malaugurio.

niente accade mai come la morte finché non accade.
non è morte è un lungo disagio e una specie
di morte. tre uomini sul marciapiede
non riescono a tenere i due metri di distanza. non gliene importa.
quattro auto sulla lunga strada accanto a supervalu.

i magazzini dunnes sulla rathbeale road hanno finito
gelatine tfnn, mix da party e mini uova.
pasqua è dietro l’angolo. uova grandi sembrano
ridicole. mettiti comoda e rimpinzati. non dire
che ti fa male la testa perché ti faceva male così anche prima.
occhi che bruciano. tutto vuole chiudere.

mascherine chirurgiche esposte nel negozio
che vende telefoni accanto al barbiere. pare
esagerato. che direbbe la gente. ore
dopo sembra una buona idea. segui l’istinto
di isolamento la distanza rigorosa. in cina ha funzionato.
due mesi fa ho fatto sesso con uno sconosciuto.

 

DAY 4

the virus is not pretty but interesting. meet
and deceive. befriend and conquer. think how
human. protein rules the world. memory
is protein. so are armies. here is their structure
prepared for eyes. like spaceships. two worlds
rogue to each other. do they know who we are.

walking the beach air of airiness. light throw
of a stick. mad race of a dog. dog bounding
virus bounding. same dislocated shock.
the way to get a latté is from a machine. wear
plastic gloves make no skin contact. it’s cool
to untouch. it’s called social distancing.

not disorder. who comes to visit must sit
far away as the depth of the average grave.
tesco has cheaper bread. again no peppers.
no gel to hand. a masked man leaves aldi laden.
how would you know a carrier from carrion.
maybe it’s part madness. will we embrace better not.

 

GIORNO 4

il virus non è carino ma interessante. incontra
e inganna. fa’ amicizia e conquista. pensa quanto
è umano. la proteina governa il mondo. la memoria
è proteina. anche gli eserciti. ecco la loro struttura
predisposta per gli occhi. come astronavi. due mondi
canaglia l’uno verso l’altro. forse sanno chi siamo.

camminare nell’aria ariosa della spiaggia. lancio leggero
di un legnetto. pazza corsa di un cane. cane che salta
virus che salta. lo stesso scatto dislocato.
per avere un caffellatte ci vuole una macchina. metti
guanti di plastica nessun contatto di pelle. è cool
non toccare. si chiama distanziamento sociale.

nessun disordine. chi viene a trovarci deve sedersi
distante quanto la profondità media di una tomba.
tesco ha pane meno caro. al solito niente peperoni.
niente gel sottomano. uomo con mascherina esce carico da aldi.
come distinguere un portatore da uno portato via.
forse è una mezza pazzia. abbracciarsi meglio di no.

 

DAY 5

morning beams through the small
windows. it doesn’t know. inform it.

one hundred and forty thousand
people are out of work from today.

notify the pavement. who will it serve.
do not phone your gp without symptoms.

anything lacking must be got now.
necessity is debatable. idiot. lifetime of waste.

tesco has peppers. make pizzas. freeze them.
since when has food concerned me.

used to break it down to essentials. used to think
a pill would be fine. no fuss. before i knew style.

wandering the shelves three weeks in mind.
you have enough. stop. dredge up some instinct.

look at no-one. quickly pass. it’s your duty.
plastic gloves. disinfect them too. aloe vera

and tea-tree oil you can’t get them. card declined.
you discover a limit to contactless. only just found

out how much you pay for each transaction. idiot.
after this learn what’s necessary. the wind rises.

will it ever stop these dispassionate afternoon attacks.
maybe it’s playing with us. wants us for puppets.

flesh is messy. androids are germless. machinic
drive-throughs, robots for waiters. seems like a plan.

six bewildered americans walk slowly seriously on
the opposite pavement to the premier inn. something to see.

hop on the swords express. eat where you can.
be merry. james galway’s classical style irish melodies

are playing on lyric fm. oh yes tomorrow. wear green.

 

GIORNO 5

il mattino irrompe attraverso le piccole
finestre. non sa. informalo.

centoquarantamila
persone senza lavoro da oggi.

notificalo al marciapiede. a chi servirà.
non telefonare al tuo medico se non hai sintomi.

tutto quello che manca va preso ora.
il necessario è opinabile. idiota. una vita di sprechi.

tesco ha i peperoni. prepara pizze. congelale.
da quando mi preoccupo del cibo.

abituata a ridurlo all’essenziale. abituata a pensare
che basterebbe una pillola, niente ansia. prima avevo uno stile.

vagare tra gli scaffali con tre settimane in testa.
hai quanto basta. stop. recupera l’istinto.

non guardare nessuno. passa veloce. è tuo dovere.
guanti di plastica. disinfetta anche loro. aloe vera

e tea-tree oil non puoi prenderli. carta rifiutata.
scopri un limite al contactless. capito solo adesso

quanto paghi per ogni transazione. idiota.
da questo impari cosa è necessario. si alza il vento.

la smetterà mai con questi indiscriminati attacchi serali.
forse gioca con noi, ci tratta da burattini.

la carne è un casino. gli androidi sono senza germi. drive-in
meccanizzati, robot come camerieri. sembra quasi un piano.

sei americani disorientati camminano seri e lenti sul
marciapiede di fronte al premier inn. qualcosa da vedere.

prendete lo swords express. mangiate dove si può.
state allegri. melodie irlandesi nello stile classico di james galway

in onda su lyric fm. oh sì domani. vestitevi di verde.

 

DAY 17

Skin can be brown as wood but never as smooth.
Love to watch the frozen journey of the grain
pretend to move on my elm table and dancing
mirror frame. Mirror like profile, frame like legs.

Skin has its own grains and is hardly loved. Here’s
the trace of its augmentations, experience paths,
crumbs clung to the one spot, leaf-coded memories
made for themselves under boomerang moons.

Forty-five coffins replace the pews in Seriate church,
Bergamo Province, where my niece wants to marry.
They are smoother than skin, gleaming where light hits.
Red decorates the arches and the day sprays in.

*

An Italian mayor is on TV threatening flame-throwers.
Another one is out and about like a vigilante. A casa! No
ping-pong on the beach. A casa!
A mobile hairdresser, what’s that about? La bara sarà chiusa.

 

GIORNO 17

La pelle può essere bruna come il legno ma non così liscia.
Mi piace osservare il viaggio bloccato della venatura
che finge di muoversi sul tavolo di olmo e la cornice dello specchio
che danza. Specchio come profilo, cornice come gambe.

La pelle ha le sue venature e si fatica a amarla. Ecco
la traccia dei suoi accrescimenti, sentieri dell’esperienza,
briciole attaccate a un punto, memorie create per sé
con lo stesso codice delle foglie sotto lune boomerang.

Quarantacinque bare al posto dei banchi nella chiesa di Seriate,
provincia di Bergamo, dove vuole sposarsi mia nipote.
Sono più lisce della pelle, brillano dove batte la luce.
Il rosso decora gli archi e il giorno irrompe.

*

Un sindaco italiano in tv minaccia i lanciafiamme.
Un altro va in giro come un vigilante. A casa! Niente
ping-pong sulla spiaggia. A casa!
Un parrucchiere a domicilio, che c’entra? La bara sarà chiusa.

 

Per info sull’autrice: http://www.maighreadmedbh.ie/