C’è come un dolore nella stanza…

da | Apr 10, 2019

C’è come un dolore nella stanza, ed
è superato in parte: ma vince il peso
degli oggetti, il loro significare
peso e perdita.

C’è come un rosso nell’albero, ma è
l’arancione della base della lampada
comprata in luoghi che non voglio ricordare
perché anch’essi pesano.

Come nulla posso sapere della tua fame
precise nel volere
sono le stilizzate fontane
può ben situarsi un rovescio d’un destino
di uomini separati per obliquo rumore.

Amelia Rosselli nacque a Parigi (1930), figlia dell'esule antifascista Carlo Rosselli, teorico del Socialismo Liberale, e di Marion Cave, nata in Inghilterra e attivista del partito laburista britannico. Nel 1940, dopo l’assassinio del padre e dello zio, ordinato da Mussolini e Ciano, ad opera delle milizie fasciste in Francia (1937), esulò con la famiglia, esperienza che determinò il carattere apolide ed insieme personalistico della sua opera. Si trasferì dapprima in Svizzera, quindi negli Stati Uniti e in Inghilterra. Negli anni sessanta si iscrisse al PCI e cominciò a pubblicare i suoi testi principalmente su riviste, attirando l'attenzione di Zanzotto, Raboni e Pasolini. Nel 1963 pubblicò su "Il Menabò" ventiquattro poesie. L'anno successivo uscì la sua raccolta di poesie, Variazioni belliche (Garzanti) e nel 1967 la raccolta Serie Ospedaliera (Il Saggiatore). Seguirono Documento nel 1976 (Garzanti) e Primi scritti nel 1980 (Guanda). Nel 1981 uscì Impromptu (San Marco dei Giustiniani), un lungo poema diviso in tredici sezioni, e nel 1983 Appunti sparsi e persi (Aelia Laelia), scritti tra il 1952 e il 1963. Nel 1985 fu pubblicata La libellula (SE), nel 1989 Sonno-Sleep (Rossi e Spera) cui seguì, nel 1992, Sleep. Poesie in inglese (Garzanti). Le sue poesie sono state raccolte nel Meridiano L'opera poetica, a cura di S. Giovannuzzi, con la collaborazione per gli apparati critici di F. Carbognin, C. Carpita, S. De March, G. Palli Baroni, E. Tandello, introduzione di E. Tandello (Mondadori, 2012). Molti dei suoi racconti in prosa furono pubblicati con il titolo Diario ottuso (IBN). Suoi saggi sono stati raccolti nel volume Una scrittura plurale. Saggi e interventi critici (Interlinea, 2004). È rimasta una figura di scrittrice unica per il suo plurilinguismo e per il tentativo di fondere l'uso della lingua con l'universalismo della musica. Ha vissuto gli ultimi anni della sua vita a Roma, nella sua casa a Via del Corallo, dove è morta suicida l'11 febbraio 1996 per cause connesse ad una grave depressione.