Campo interminabile

da | Mar 2, 2023

Quattro poesie e una prosa di Eugenio De Signoribus da «Nel villaggio oscuro. Poetica e poesia», introduzione di Antonio Prete, Manni 2023. Scelta a cura di Dario Bertini.

 

SOGLIE DELL’INNOCENZA

L’innocenza è una condizione di soglia.
Alta, permanentemente in bilico.
Se la tradisco, precipito di qua, rovinosamente.
Se la fingessi, costruendola con artificio,
narcisismo attorale indotto da un ego malato,
precipiterei di là, in un allucinato autoinganno,
in una rovina senza indulgenza.
Di qua, sono caduto più volte, risollevandomi a fatica.
Di là, non è nelle mie possibilità.

 

DIMENTICARE

Ciò che m’è più caro
lo metto da parte, lo nascondo
alla mia stessa vista

sicuro di trovarlo quando
ho bisogno di ricordare
le non vane stanze svanite

quelle in cui ripensare
il dettaglio di volti e gesti
nell’eco gialla delle foto…

ma mai ritrovo nel tremore
ciò che con cura ho riposto…
mentre nell’ombra il becchino

s’insinua sbeccando i sembianti
spostando languore e resti
nell’alone magazzino

dove sfrucuglia testi
dei pianti altrui

 

(UNA PROVA)

puntando sulla sorpresa, egli prova a circoscrivere un proprio moto interiore…: lo sente
salire, sospende il respiro, affretta le più aderenti parole e puntella di fitti sensi il suo incerto
perimetro…Ma il pensiero di poterlo catturare, o almeno osservare, si sgretola all’istante,
come aggredito da un vuoto doloroso…
E tutto rifluisce in un indistinto campo interminabile.

 

(NEL FU DOMESTICO)

nella casa d’un tempo
penzolavano i catenacci
e i portoni erano schiusi
nelle notti d’estate

e saliva alle stanze
il vento di stagione
col luccichìo del cielo
dalle finestre aperte

nel respiro terreno
nessuno era imperante
e la voce era umana
rassicurante il volto

e la tasca dell’aria
si riempiva nel sonno
più importante del pane…
sognare il domani

 

EROE DOMESTICO

(a mio padre)

Se anche un segreto hai serbato
dietro le chiare pupille
dentro i tuoi larghi panni
fuori di te nulla è uscito
se non gestilampi inarmati

e sarai stato, in un fu di fumo,
un capitano almeno di te
e avrai con svampi difeso il fortino
e il tuo inerme nome

hai provato…ma a nulla è servito
il tuo alfabeto era già svanito

tutto è stato distrutto
ma non i bagliori dell’antica lotta
ancora svaganti nei tuoi miti occhi
nel perimetro del no