Magra dagli occhi lustri…

da | Mag 19, 2021

Magra dagli occhi lustri, dai pomelli
accesi
la mia anima torbida che cerca
chi le somigli
trova te che sull’uscio aspetti gli uomini.

Tu sei la mia sorella di quest’ora.

Accompagnarti in qualche osteria
di basso porto
e guardarti mangiare avidamente.
E coricarmi senza desiderio
nel tuo letto…
Cadavere vicino ad un cadavere,
bere dalla tua vista l’amarezza
come la spugna secca beve l’acqua.

Toccare le tue mani i tuoi capelli
che pure a te qualcuno avrà raccolto
in un piccolo ciuffo sulla testa;
e sentirmi scostato dai tuoi occhi
ostili, poveretta; e tormentarti
domandandoti il nome di tua madre…

Nessuna gioia vale questo amaro:
poterti fare piangere, potere
piangere con te…

 

(da “Pianissimo”, 1914)

Nato a Santa Margherita Ligure nel 1888 (morto a Savona nel 1967), Camillo Sbarbaro visse quasi sempre in Liguria. Lavorò prima nell'industria siderurgica, insegnò greco e latino finché dovette lasciare l'insegnamento per essersi rifiutato di iscriversi al PNF. Ha esordito con le poesie di Resine (1911), ma si affermò con Pianissimo (1914) che gli permisero la collaborazione alle riviste «La Voce», «Quartiere latino», «La riviera ligure». Seguirono le prose di Trucioli (1920) e Liquidazione (1928) caratterizzate dal frammentismo e da una ricerca espressiva tra lirica e narrativa tipici degli scrittori vociani. Nel dopoguerra ha pubblicato altri volumi di prose dai titoli volutamente riduttivi: Fuochi fatui (1956), Scampoli (1960), Gocce (1963), Contagocce (1965), Cartoline in franchigia (1966) che rievoca l'esperienza di guerra. Ha pubblicato anche le raccolte di poesie Rimanenze (1955), mentre Primizie (1958) risalgono per composizione a prima di Pianissimo.