Lacrime

da | Apr 25, 2024

Ecco quei tempi ricreati dalla forza
brutale delle immagini assolate:
quella luce di tragedia vitale.
Le pareti del processo, il prato
della fucilazione: e il fantasma
lontano, in cerchio, della periferia
di Roma biancheggiante in una nuda luce.
Gli spari; la nostra morte, la nostra
sopravvivenza: sopravvissuti vanno
i ragazzi nel cerchio dei palazzi lontani
e nell’acre colore del mattino. E io,
nella platea di oggi, ho come una serpe
nei visceri, che si torce: e mille lacrime
spuntano in ogni punto del mio corpo,
dalla radice dei capelli al petto:
un pianto smisurato, perchè sgorga
prima d’essere capito, precedente
quasi al dolore. Non so perchè trafitto
da tante lacrime sogguardo
quel gruppo di ragazzi allontanarsi
nell’acre luce di una Roma ignota,
la Roma appena affiorata dalla morte,
superstite con tutta la stupenda
gioia di biancheggiare nella luce:
piena del suo immediato destino
d’un dopoguerra epico, degli anni
brevi e degni d’un’intera esistenza
Li vedo allontanarsi: ed è ben chiaro
che, adolescenti, prendono la strada
della speranza, in mezzo alle macerie
assorbite da un biancore ch’è vita
quasi sessuale, sacra nelle sue miserie.
E il loro allontanarsi nella luce
mi fa ora raggricciare di pianto:
perchè? Perchè non c’era luce
nel loro futuro. Perchè c’era questo
stanco ricadere, questa oscurità.
Sono adulti, ora: hanno vissuto
quel loro sgomentante dopoguerra
di corruzione assorbita dalla luce,
e sono intorno a me, poveri uomini
a cui ogni martirio è stato inutile,
servi del tempo, in questi giorni
in cui si desta il doloroso stupore
di sapere che tutta quella luce,
per cui vivemmo, fu soltanto un sogno
ingiustificato, inoggettivo, fonte
ora di solitarie, vergognose lacrime.
 
(da “La religione del mio tempo”, 1961)

 

Considerato uno dei maggiori artisti e intellettuali italiani del Novecento, Pier Paolo Pasolini (Bologna, 1922 - Lido di Ostia, Roma, 1975) è stato uno dei più acuti osservatori delle trasformazioni della società italiana dal dopoguerra agli anni Settanta. Tra le sue opere poetiche Poesie a Casarsa (Libreria Antiquaria Mario Landi, 1942), La meglio gioventù (Sansoni, 1954), Le ceneri di Gramsci (Garzanti, 1957), L'Usignolo della Chiesa Cattolica (Longanesi, 1958), La religione del mio tempo (Garzanti, 1961), Poesia in forma di rosa (Garzanti, 1964) e Trasumanar e organizzar (Garzanti, 1971), ora raccolte nel Meridiano Tutte le poesie, a cura di Walter Siti, con un saggio introduttivo di Fernando Bandini (Mondadori, 2003). Tra le opere in prosa Ragazzi di vita (Garzanti, 1955), Una vita violenta (Garzanti, 1959), il romanzo incompiuto Petrolio (Einaudi, 1992), ora tutti nel Meridiano Romanzi e racconti, a cura di Walter Siti e Silvia De Laude (Mondadori, 1998).