Enzo Siciliano (Roma 1934 – 2006). Scrittore, drammaturgo, critico letterario e cinematografico. La sua formazione culturale e l’affinarsi del suo stile si sono snodati anche nell’intenso rapporto con figure centrali del Novecento come Giacomo Debenedetti, Attilio Bertolucci, Alberto, Moravia e Pier Paolo Pasolini. Il rapporto con il cinema ha avuto per lui valenza formativa e ha costituito la verifica in trasparenza di una rivoluzione conoscitiva che ha segnato il XX secolo, visione confermata anche dalla direzione, assunta nel 2000, dell’Enciclopedia del Cinema promossa dall’Istituto dell’Enciclopedia Italiana.
Laureatosi nel 1956 all’Università di Roma con una tesi in filosofia teoretica dal titolo Sul modo della valutazione estetica, relatori U. Spirito e G. Calogero, Siciliano insegnò storia e filosofia nei licei dal 1957 al 1967. A metà degli anni Cinquanta cominciò a collaborare a prestigiose riviste culturali come Paragone, Tempo presente, L’Europa letteraria. Nel 1963 con Racconti ambigui Siciliano avviò la sua opera narrativa, segnata da romanzi come La coppia (1965, da cui trasse successivamente una versione teatrale e il suo unico film), Dietro di me(1971), Rosa (pazza e disperata) (1973), La principessa e l’antiquario (1980, vincitore del Premio Viareggio), Diamante(1984), Carta blu (1992), Mia madre amava il mare (1994), I bei momenti (1997, vincitore del Premio Strega), Non entrare nel campo degli orfani (2002), La vita obliqua (2007, postumo) e accompagnata da saggi (Prima della poesia, 1965; Autobiografia letteraria, 1970; La letteratura italiana, 1986 -1988; Romanzo e destini, 1992; Diario italiano, 1996; Racconti italiani del Novecento, 2001; L’isola: scritti sulla letteratura siciliana, 2003) e ritratti biografici (Moravia, 1971; Guccione, 1971; Puccini, 1976; Vita di Pasolini, 1978, sul quale è basato il film Pasolini un delitto italiano, 1995, di Marco Tullio Giordana). Dagli anni Sessanta si concretizzò il suo vivo interesse per il teatro sia nell’attività mai interrotta di drammaturgo (Vita e morte di Cola di Rienzo, 1973; Tazza, 1966; La casa scoppiata, 1987; Morte di Galeazzo Ciano, 1997; Memoriale da Tucidide. Pericle e la peste, 2004), sia in un impegno artistico e organizzativo, fin dall’avventura, condivisa con Dacia Maraini e Moravia, della Compagnia del Porcospino. Direttore della rivista Nuovi argomenti dal 1972, ha collaborato a testate come il Corriere della Sera, Il Mondo, La Stampa, La Repubblica, a settimanali come l’Espresso.
Dal 1996 al 1998 è stato presidente della RAI (per la quale fin dal 1961 aveva lavorato occupandosi di diversi programmi culturali), ha poi diretto il Gabinetto Vieusseux di Firenze ed è stato presidente del Premio Viareggio.