Tu cerchi Roma a Roma, pellegrino,
e proprio a Roma Roma non raggiungi:
le mura sono cadaveri lunghi
e tomba di sé stesso l’Aventino.
Dove regnava giace il Palatino;
e corrose dal tempo le monete
sembrano spese in lotte indiscrete
fra le età spente e lo stemma latino.
Ti resta il Tevere, umida corrente
che asperse la città, soltanto ruga
in cui si scava e svuota il suo presente.
Nella bellezza, roma, ala malviva,
ciò ch’era solido adesso è in fuga
e dura solo l’acqua fuggitiva.
(trad. it. di Paolo Febbraro, da “Poeta in due. Versioni italiane”, con nota introduttiva di Marco Sonzogni, Samuele editore, 2024)