Hypersonetto

da | Ago 19, 2018

Quattro sonetti di Nicolas Cunial dal testo inedito Hypersonetto.

tutta una farsa se a farsi più onesti
la senti: quanto ci sfianca e ci adorna
quest’ansia: monta la noia che torna
nel nostro coma. e nei palinsesti
dove rifuggi tra spari gli innesti
di amare dosi d’amore che incornano
memorie. ma io ti prego: tu disornale
o non toccarle. non senti? già impesti
di sangue vecchio che tu chiami succo
di questo strazio coperto di stucco
da struccare e così svelare il dazio:
un teaser del futuro. nostro? credo.
forse no. non so. ma se resta spazio
che sia taser: la scossa che chiedo

*

e il sonno infatti è giusto: ci sorveglia
e ci allontana dalla rissa: guerra
senza una pausa tranne nella serra
del sogno e tanto basta e se deraglia
torna la vita in lotta la battaglia
che già ci incastra nell’attesa terra
di ossa e di pelle: qualcuno sotterra
qualcuno piange: chi vince s’incaglia
nella tragedia: un sequel di rincorse.
meglio uno spin-off eh già un’altra vita
da me lontana. senza alcun regista
o attore valido per questa parte
che sappi: l’ho subita e lo sai è un arte
il recitarsi o il credersi già in forse

*

eh no il reato è grave: ti sforzi
di mantenerci vivi: siamo morti
morti lo intendi? puoi decomporti
mica rinascere. sennò ti forzi
in un silenzio come nei divorzi
ma di parole o sentimenti insorti
contro se stessi oppure peggio estorti
usando i sogni del bambino e smorzi
la buia rete che ho preferito
tessermi addosso e io così sconfitto
e torturato: vivo di flashback. merda
no mai una volta che mi si disperda
questa memoria in background lì nel bordo
di quando ero di te ricco: nel ricordo

*

e dopo questa crisi io sì sarò
offline ossia ematoma da lavare
come un ricordo si monda col sapone
del reato che muore se a fuggire
è il forse nato da fissione nucleare
tra sonno e bacio. sicché addio amore
che parto per il lutto impesta pure
ciò che mi è più importato ma non dire
oh che illesa mi lascia questa fine
oltre magari ti aspettano spine
e tu spogliata nuoterai ancora
pensando mostrami una nuova riva
con me disteso che ti chiedo allora
di questa farsa cosa vuoi che scriva

Immagine: Dom Sylvester Houédard.

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).