W.S. Merwin, The Lice

da | Apr 22, 2020

A cura di Antonella Francini.

Pubblicato nel 1967 negli anni dell’escalation americana nella guerra del Vietnam, il libro risente del contesto storico di quel decennio – dall’assassinio di Kennedy e di King, alle proteste per i diritti civili, la proliferazione delle armi nucleari e una nascente coscienza ecologica. In un’intervista Merwin ha detto che il libro fu composto in un momento in cui percepiva un futuro così cupo tanto da non trovare una ragione valida per scrivere. Questo sentimento rende il libro una sorta di elegia per un pianeta morente, distrutto dall’arroganza di umani che pensano di “essere migliori dell’erba”. Ormai un grande classico della letteratura americana del ‘900, The Lice è uno dei libri più letti e influenti di Merwin per le sue istanze ecologiche, anti-imperialistiche e la condanna delle azioni autodistruttive della nostra civiltà. I critici parlano di The Lice come del libro in cui Merwin è diventato Merwin, tematicamente e stilisticamente. Per la prima volta nella sua scrittura è assente la punteggiatura, una caratteristica di tutta la sua poesia maggiore. La presenza del poeta suona sempre marginale, una sorta di voce fantasmatica che guida nella ricognizione del collasso di una civiltà e di una crisi morale universale indicando, allo stesso tempo, la strada della ricostruzione, anche attraverso il mondo naturale, amato e protetto da Merwin sia in poesia che nella vita.

Nato a New York nel 1927, W. S. Merwin è scomparso a 91 anni nel marzo del 2019 sull’isola di Maui, alle Hawaii, in una piantagione di ananas dove si era trasferito negli anni ’70 riportando il luogo allo stato originale di foresta pluviale. Poeta laureato degli Stati Uniti per due volte, nel 1999 e nel 2010, traduttore, saggista, attivista politico, Buddista praticante e ecologista, Merwin è stato uno dei poeti più premiati e antologizzati degli Stati Uniti. Fra i molti riconoscimenti attribuiti alla sua opera ci sono stati il Pulitzer per due volte (nel 1971 e nel 2009), il National Book Award nel 2005 e il Bobbitt Prize dalla Library of Congress. Ha pubblicato oltre 20 volumi di versi.

Dopo la laurea a Princeton in lingue romanze nel 1948, Merwin ha vissuto a Majorca come precettore del figlio di Robert Graves, a Londra, in Francia, in Messico e in vari luoghi degli Stati Uniti per trasferirsi, infine, alle Hawai. Graves e la poesia medievale hanno influenzato la sua scrittura giovanile, ma il suo stile ha continuato a trasformarsi, ispirato anche dalla pratica del Buddismo e dall’impegno ecologico. Il suo verso libero è personalissimo e inconfondibile, per lo più senza punteggiatura, dove le immagini, e immagini totemiche, hanno un ruolo primario nel rimandare toni surreali, visionari o apocalittici.

Poeta colto e raffinato, Merwin è stato anche un notevole traduttore per tutta la sua vita – dalle lingue classiche, medievali e moderne (francese, spagnolo, italiano).  Fra le sue molte traduzioni troviamo il Purgatorio di Dante (2000), The Poem of the Cid (1959), The Song of Roland (1963), Sir Gawin and the Green Knight (2005), The Satires of Persius (1961).

 

È marzo

È marzo e dai libri cade polvere nera
Presto me ne sarò andato
Il grande spirito che alloggiava qui
È già partito
Sui viali il filo incolore disteso sotto
Vecchi prezzi

Quando guardi indietro c’è sempre il passato
Anche quando è svanito
Ma quando guardi avanti
Con le nocche sporche e l’uccello
Senz’ ali sulla spalla
Cosa puoi scrivere

L’amarezza sale ancora nelle vecchie miniere
Il pugno esce dall’uovo
I termometri dalle bocche dei cadaveri

A una certa altezza
i fili degli aquiloni sono per un attimo
ricoperti di passi

Qualsiasi cosa debba fare non è ancora iniziata

 

It Is March

It is March and black dust falls out of the books
Soon I will be gone
The tall spirit who lodged here has
Left already
On the avenues the colorless thread lies under
Old prices

When you look back there is always the past
Even when it has vanished
But when you look forward
With your dirty knuckles and the wingless
Bird on your shoulder
What can you write

The bitterness is still rising in the old mines
The fist is coming out of the egg
The thermometers out of the mouths of the corpses

At a certain height
The tails of the kites for a moment are
Covered with footsteps

Whatever I have to do has not yet begun

*

 

Gli asiatici morenti

Distrutte le foreste rimane la loro oscurità
la cenere il grande viandante segue i padroni
per sempre
nulla dove giungeranno è reale
non a lungo
sopra i corsi d’acqua
come anatre al tempo delle anatre
i fantasmi dei villaggi si trascinano nel cielo
e formano un nuovo crepuscolo

La pioggia cade sugli occhi spalancati dei morti
ancora e ancora con il suo inutile suono
quando la luna li trova sono del colore d’ogni cosa

Le notti scompaiono come lividi ma nulla è risarcito
i morti se ne vanno come lividi
il sangue svanisce nei campi avvelenati
il dolore l’orizzonte
rimane
lassù le stagioni vibrano
sono campane di carta
che non richiamano nulla che viva

I padroni si muovono ovunque sotto la Morte loro stella
come colonne di fumo avanzano nelle ombre
come esili fiamme senza luce
loro senza un passato
e il fuoco il loro unico futuro

 

The Asian Dying

When the forests have been destroyed their darkness remains
The ash the great walker follows the possessors
Forever
Nothing they will come to is real
Nor for long
Over the watercourses
Like ducks in the time of the ducks
The ghosts of the villages trail in the sky
Making a new twilight

Rain falls into the open eyes of the dead
Again again with its pointless sound
When the moon finds them they are the color of everything

The nights disappear like bruises but nothing is healed
The dead go away like bruises
The blood vanishes into the poisoned farmlands
Pain the horizon
Remains
Overhead the seasons rock
They are paper bells
Calling to nothing living

The possessors move everywhere under Death their star
Like columns of smoke they advance into the shadows
Like thin flames with no light
They with no past
And fire their only future

*

 

Quando finirà la guerra

Quando finirà la guerra
ne saremo di certo fieri l’aria sarà
finalmente buona da respirare
l’acqua sarà migliore il salmone
e il silenzio del cielo migreranno più perfettamente
i morti penseranno che i vivi se lo meritano noi sapremo
chi siamo
e ci arruoleremo tutti di nuovo

 

When the war is over

When the war is over
We will be proud of course the air will be
Good for breathing at last
The water will have been improved the salmon
And the silence of heaven will migrate more perfectly
The dead will think the living are worth it we will know
Who we are
And we will all enlist again

*

 

Desiderio

La stella nella mia
mano sta cadendo

tutte le uniformi sanno cosa non serve

che io m’inchini alla Necessità
non ai suoi mercenari

 

Wish

The star in my
Hand is falling

All the uniforms know what’s no use

May I bow to Necessity not
To her hirelings

*

 

Aprile

Quando non ci saremo più la roccia finirà di cantare

Aprile Aprile
Affonda nella sabbia di nomi

Giorni futuri
Senza stelle nascoste in loro

Tu che puoi aspettare d’essere là

Tu che da perdere non hai nulla
Non sai nulla

 

April

When we have gone the stone will stop singing

April April
Sinks through the sand of names

Days to come
With no stars hidden in them

You that can wait being there

You that lose nothing
Know nothing

*

 

Per un’imminente estinzione

Balena grigia
Ora che ti stiamo spedendo alla Fine
Quel gran dio
Digli
Che noi che ti seguiamo inventammo il perdono
E non perdoniamo nulla

Scrivo come se tu potessi capire
E io potessi dirlo
Si deve fingere sempre qualcosa
Fra i morenti
Quando avrai lasciato i mari ondeggiando sui loro steli
Svuotata di te
Digli che fummo creati
In un altro giorno

Lo smarrimento diminuirà come un’eco
Avanzando fra le tue montagne profonde
Non udito da noi
E troverà la sua via d’uscita
Lasciandosi dietro il futuro
Morto
E nostro

Quando non vedrai più
I piccoli di balena in cerca della luce
Considera quel che troverai nel giardino buio
E il suo cortile
I lamantini le grandi gazze i gorilla
Gli innumerevoli ospiti insostituibili allineati
A predeterminare come stelle
I nostri sacrifici

Unisci la tua parola alla loro
Digli
Che siamo noi che siamo importanti

 

For A Coming Extinction

Gray whale
Now that we are sending you to The End
That great god
Tell him
That we who follow you invented forgiveness
And forgive nothing

I write as though you could understand
And I could say it
One must always pretend something
Among the dying
When you have left the seas nodding on their stalks
Empty of you
Tell him that we were made
On another day

The bewilderment will diminish like an echo
Winding along your inner mountains

Unheard by us
And find its way out
Leaving behind it the future
Dead
And ours

When you will not see again
The whale calves trying the light
Consider what you will find in the black garden
And its court
The sea cows the Great Auks the gorillas
The irreplaceable hosts ranged countless
And foreordaining as stars
Our sacrifices

Join your word to theirs
Tell him
That it is we who are important