Sorelle stelle

da | Feb 22, 2019

Otto poesie da Sorelle stelle di Paolo Cosci, Effigie, 2019.

La libertà è implosione e la rivoluzione un alibi.
Ho una vita ordinaria con qualche scossa d’eccitazione
capita che la mia donna mi ignori che ingoi con reticenza la [stanchezza
che sul più bello immagini…
scrivo senza amore parole assolute
raddoppio il mio peso
all’occorrenza triplico.

*

Mi attengo ai canoni della geometria
rispondo ai margini delle pagine:
anch’io di fede vacillante
satollo di peccati imperdonabili
cerco riscatto tra spazi bianchi e ritmo.

*

Sono come il tonfo sordo delle pine
quando cadono immature
costretto alle miserie più contratte
non sopporto l’arroganza
di chi strofina fiero
il ventre carico di merda
disprezzo le pose refrattarie
l’abbrutimento delle maschere neutrali.
Scalcio profili neutri come il marmo.
Solco le righe gravide della poesia.

*

Configurazione a cerchio:
ginocchia al petto
schiena ricurva bianca vellutata,
la schiena oscura enorme della bestia;
una carezza ad assopire il male.

*

Il dolore va accolto con premura
ha una sintassi atavica che toglie l’appetito:
ginocchia al petto embrione
sono retrocesso al di qua dell’alfabeto
moan_guuuuuuaut
Sogno voragini e vuoti d’aria
– torto ritorto entropion
la bocca di chi morsica il midollo
tra un buio liquido e un livido chiarore?

*

Affidare alla poesia la propria vita
gli indirizzi gli eventi gli interrogativi…
bruciare il dolore
disintegrare la parola.
Basta un colpo di vento a frantumare l’anima:
il dolore e la parola mescidati.

*

Fiato contro fiato:
aria compressa

cabala cabala
dimentica
bailamme bailamme
dimentica.

Dita incernierate a altre dita:
mani di stoffa

cabala cabala
dimentica
bailamme bailamme
dimentica.

Labbra su labbra:
saliva e altra saliva

cabala cabala
dimentica
bailamme bailamme
dimentica.

Occhi chiusi:
rullo d’abissi

cabala cabala
dimentica
bailamme bailamme
dimentica.

Tappeti di lingua:
gocce di seni

cabala cabala
dimentica
bailamme bailamme
dimentica.

Labbra che eruttano:
vene che pompano

cabala cabala
dimentica
bailamme bailamme
dimentica.

Condotto madido:
bocca che succhia

cabala cabala
dimentica
bailamme bailamme
dimentica.

Brividi corticali:
gambe tese

cabala cabala
dimentica
bailamme bailamme
dimentica.

Sono qua – solo –
la Terra
avvolta da un mulinello di stelle
compie il suo ultimo quarto:

cabala cabala
dimentica
bailamme bailamme
dimentica.

*

Quando mi guardi affrontare la vita a testa alta
quando ho guardato il dolore in faccia
quando mi dici che sono il tuo pilastro…
È perché avevo te
purezza immacolata
che chiudi tuo malgrado
questo libro.

Immagine: Firehole Lake, Yellowstone National Park, Utah.

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).