Sono il poeta

da | Giu 8, 2025

Cinque poesie in anteprima dal nuovo libro di Luca Alvino, “Sono il poeta”, da poco uscito con prefazione di dacia Maraini per Il Convivio editore.

 

SONO IL POETA

Sono il poeta al quale chiedi aiuto,
l’ignoto che t’afferra con un salto,
io sono il cielo quando è blu cobalto,
il giubilo che non hai mai avuto.

Sono il lampo che giunge impreveduto,
io sono il sogno che di soprassalto
ti fa guardare dritto verso l’alto,
l’oracolo io son che resta muto.

Son l’angelo più bello del creato,
il mare che al tramonto si colora,
il vento che ti parla in un sussurro.

Il caso non voluto, sono il fato,
la luce che tracima dall’aurora,
son delle fiabe tue il principe azzurro.

 

OODE AL GIUGNO IN G MINORE

Già giunto è il giugno, e i giorni dell’estate,
con le ciliegie e con il gelsomino,
giovane e gaio, fulgido e divino,
si allungan di gran lungo le giornate.

Le spiagge sono già calde e argentate,
di perla è il cielo, grigio adamantino,
germogliano le giuggiole in giardino,
notti di sogni e lunghe mattinate.

È ancora primavera, ma più gialla,
beccheggiano i traghetti nei bacini,
biondeggiano nell’agro i girasoli.

Di già i bagnanti fanno il morto a galla,
guizzano nei rigagnoli i girini,
gorgheggiano la notte gli usignoli.

 

SENZA DIRE NIENTE

Quando sto male, scrivo poesie stolte,
dialogo coi morti e con i vivi,
usando molti avverbi ed aggettivi
cupi e spettrali, già ne ho scritte molte.

Proprio non vorrei farlo, però a volte
i versi tristi sono più espressivi,
e se li scrivo è perché ho i miei motivi,
ne ho compilate già dieci raccolte.

Vorrei comunicare il mio dolore
solo con il mio sguardo e col sorriso,
senza parole, senza dire niente.

Ma son pieno di grida in fondo al cuore
e grido col mio animo diviso;
eppur non c’è nessuno che mi sente.

 

SFLOGLIAMI LENTAMENTE

Sfogliami lentamente, piano piano,
come se fossi il petalo di un fiore,
per conoscer l’amore o il disamore,
con l’impazienza dolce della mano.

Guardami solo un po’, ma da lontano,
come si può guardare un gran dolore
(o con la timidezza di un timore),
svelami come il sogno di un arcano.

Vieni a cercarmi delicatamente,
senza che io nemmeno me ne accorga,
e fallo con un po’ di tenerezza.

Scoprimi almeno un nulla di bellezza,
prima che il sole pallido risorga,
prima che il buio torni nel suo niente.

 

A FLORBELA ESPANCA

Il nome tuo è Sorella Nostalgia,
un nome tanto dolce e tanto triste,
dice le cose che non ho mai viste
ma sono scritte nell’anima mia.

Sorella a me è quella malinconia
che nei dolenti versi tuoi consiste,
la luna, i fiori, e tutto ciò che esiste:
sorella della tua è la mia poesia.

Regalami le notti e le altre cose,
la seducente luce delle stelle
e tutto quello che il tuo mondo cela.

Ti renderò il profumo delle rose,
del buio più profondo le fiammelle,
dei versi tuoi il miracolo, Florbela.

Luca Alvino è nato a Roma nel 1970. Ha pubblicato Il dettaglio e l’infinito. Roth, Yehoshua e Salter (Castelvecchi, 2018) e Il poema della leggerezza. Gnoseologia della metamorfosi nell’Alcyone di Gabriele d'Annunzio (Bulzoni, 1998). Si interessa di letteratura contemporanea e di poesia. Collabora con il blog minima&moralia.