Sette poesie di Lucien Wasselin

da | Giu 21, 2019

Lucien Wasselin, nato nel profondo nord della Francia, regione di Noeux-les-Mines, fra i neri cumuli di scorie (terrils) e le autostrade di “una società color catrame o monete: e come viverci?” (Fragments du masque, 1988), pubblica in contemporanea una nuova plaquette presso Gros Textes (Châteauroux-les-Alpes) e alcuni inediti sul sito “Recours au Poème”. Di seguito presentiamo una scelta da entrambe le uscite. Gli inediti sono tratti da Recours au Poème n° 193, marzo 2019. La traduzione è a cura di J.-Charles Vegliante.

Icaro

Icaro a testa in giù
dalla tua caduta Icaro
sei stato davvero dimenticato
l’acqua si è richiusa sopra il tuo corpo
parole soltanto parole

solo oggi
l’uccello che cade
testa verso il basso
evoca ricordo di te

chi dirà la fragilità del corpo

*

Icaro stritolato

la ruota del destino ti stritola
Icaro fra i rovi
becco sulla terra troppo dura

è il sole nero della melanconia
che brilla a fuochi spenti
dietro il tuo corpo

che per sempre cade?

*

Icaro in rivolta

non è morto
il ribelle che sale
all’assalto del cielo

fa tuttora sognare

non è il contadino
che volta la schiena al mare
a far sognare

ma Icaro
sempre in noi
più che nel mare
col sogno antico

che è giovinezza del mondo

(da: Lieux, villégiatures… ecc. – Gros textes 2019)

***

s. rémi
15 gennaio 1919 Rosa Luxembourg

per ordine di Gustav Noske
socialdemocratico doc
la repressione sradica Spartakus

Rosa fu colpita col calcio del fucile
abbattuta di una palla in testa
e buttata nel Landwehrkanal

la poesia non dice il rumore
dei colpi né della rivoltellata
né del corpo buttato in acqua

*

s. prisca
18 gennaio 1943 Emilienne Mopty

fu alla testa delle manifestanti
nelle Indie Nere di Montigny nel 1941
durante gli scioperi dei minatori

tradita e arrestata dalla gestapo
fu decapitata a Colonia dai nazisti

si possono far versi
con l’orrore
settant’anni dopo

se non per scongiurare l’oblio

*

s. donatien
24 maggio 1871 Settimana di sangue

i morti sono colpevoli
non si sa mai chi si nasconde in una bara
passage Tivoli a Parigi
l’esercito versagliese tempesta di proiettili
un carro funebre che porta in cimitero
un abitante del quartiere morto nel suo letto
i cavalli fuggono assatanati
il corteo a lutto i ferri risuonano
rue d’Amsterdam un becchino cade
passerà dalla vita alla morte quella stessa notte
l’ankoù e il kapital sghignazzano

*

estate
21 giugno 1957 Maurice Audin

eterno evaso della vita
incarnazione dell’uomo dalle suole di vento
fu torturato e non ne scampò
la luce non è stata fatta
sull’eterna scomparsa
sarà fatta un giorno
al termine del percorso Maurica Audin?

Immagine: Dangdai Yishu.