Rosa dell’Animale – Poeti siriani contemporanei /1

da | Mar 5, 2014

[Tre testi da un dialogo poetico d’amore con Maria Grazia Calandrone – inedito]

Ecco il mio petto, un suolo sfavillante
e fertile: aralo
con le unghie, curve come la falce di un dio barbarico,
seminalo dei tuoi garofani
neri e sonanti – lascia che su di esso le tue labbra
siano aceto sul nitro\

c’è un nido nel mio petto,
sempre aperto per l’uovo di un uccello Magio –
[la fenice là dentro
cresce in silenzio].
c’è nel mio petto un lago
che aumenta il suo calore grazie alla saliva delle stelle,
è l’occhio muscoso amaro della terra
dove i morti sono abbandonati nel loro esilio verde.
nel petto un bosco vago,
in cui le ninfe pizzicano le ribeche del vento
e fanno tremare il nervo blu della notte –,

la tua tempia sul mio petto –
matura frutti pesanti e incisi, che compiono
la loro rotazione nella mia tempia.

*

raccolgo con l’udito
il fonema della rosa –
maturato dal tramonto nel gesso del tuo corpo:
i suoi sonagli preparano in me il lume dell’animale\

non seguirò più le cose alate,
io, seminatore del vento e tesoriere della luce –
non aprirò un altro pozzo nel cielo, né più
costruirò stalagmiti d’azzurro:
fracasserò i lapislazzuli sulle teste degli dei e
entrerò nella notte bevuta
nel cranio dell’animale, la bianca notte sparsa
come sole lattescente nella tua carne:
io, che sono libero, aderirò al tuo seme,
e, dotato di metalli
ardenti, irradierò in te come una croce purissima –,

d’ora in poi, lascia che la tua linfa sia il mio letto
e il calice dei tuoi pollini la mia casa – tu, che
la natura intera si appoggia alla tua giara\

*

il tuo nome è una forca
dove il mio corpo spiga
il tuo corpo è una macina
dove il mio nome è grano

io vengo dal non-corpo, mi divido
nelle tue cellule in pietre, semi, ali
prendo le dimensioni ideali dell’animale –

(il sole sgrana dall’alba nel tuo corpo)

il mio nome è il bianco tra i seni:
un seno arrotola la notte
l’altro arrotola il giorno

il tuo nome è nero, fortemente unico nel numero
il tuo corpo è bianco, realmente unico nel numero

il mio nome e il mio corpo sono uniti fortemente e [realmente –

(ho sigillato il tuo pozzo con la mia luna)

il mio nome è anteriore al tuo corpo
il tuo corpo è analogo al tuo nome
il tuo nome è posteriore al mio nome

il mio nome brucia nel tuo nel mio nel tuo
resuscita nel tuo corpo nel mio nel tuo

[Immagine: Ceramica di manifattura siriana]

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).